Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, A TERMINE UDIENZA INCONTRA UOMO PER DUE ANNI IN COMA CHE GLI CONSEGNA SUO LIBRO

Un incontro di particolare intensità, al termine dell’udienza generale di oggi in Piazza San Pietro, è stato quello tra Benedetto XVI e Salvatore Crisafulli, l’uomo di Catania già al centro di una lunga vicenda di cronaca per essere rimasto in coma vegetativo per quasi due anni, dopo un incidente stradale avvenuto l’11 settembre del 2003. Il fratello Pietro, anche lui presente oggi in Vaticano con altri familiari, si era lungamente battuto per fare in modo che Salvatore avesse le cure adeguate, minacciando altrimenti la soluzione eutanasia. Crisafulli e i suoi parenti hanno consegnato oggi al Papa il libro “Con gli occhi sbarrati”, da lui scritto con la giornalista Tamara Ferrari dopo l’uscita dal coma, in cui viene ricostruita la drammatica vicenda, l’odissea delle cure mancate, con l’assistenza dei soli familiari in casa dal fratello Pietro in provincia di Pistoia, le sensazioni e i pensieri che lo tormentavano quand’era paralizzato e in stato vegetativo, nonostante i medici affermassero che non fosse cosciente e che la sua condizione fosse da considerarsi permanente.

“E’ stato un bellissimo evento, molto emozionante – ha detto Pietro Crisafulli dell’incontro con il Pontefice -. Era stato preparato già da tre mesi perché mio fratello aveva chiesto di essere benedetto dal Papa. Gli abbiamo detto che Salvatore ha tanto pregato quand’era in stato vegetativo e anche nel libro parla di Giovanni Paolo II, che ricorreva sempre nei suoi pensieri”.

Il Papa, fermandosi prima dell’uscita dalla piazza, ha mostrato un particolare interesse alla vicenda e ha poi dato la sua benedizione a Crisafulli. L’uomo, che ha quattro figli, 38 anni all’epoca dell’incidente, era stato definito dai media il “Terri Schiavo italiano”. Oggi riesce a comunicare con il mondo attraverso un computer: scrive selezionando da uno schermo le lettere con gli occhi. Anche durante il coma ha sempre mantenuto un labile contatto col mondo esterno. “Dicevano che non ero cosciente – ha riferito – e che sarei morto. Io invece capivo tutto e piangevo”. (ANSA).