Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, A SAN PAOLO FUORI LE MURA: «IMPEGNO ECUMENICO, PRIORITARIO L’ASCOLTO DELLA PAROLA»

“Nella prospettiva cristiana l’ascolto” della Parola di Dio “è prioritario” e lo è, in particolare, “per il nostro impegno ecumenico”. Lo ha affermato Benedetto XVI, nell’omelia pronunciata ieri pomeriggio presiedendo nella basilica di San Paolo fuori le Mura la celebrazione dei secondi vespri della solennità della conversione di San Paolo, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Richiamando il tema della Settimana, “Fa udire i sordi e fa parlare i muti”, proposto dalle Comunità cristiane del Sud Africa, il Papa ha osservato che “le situazioni di razzismo, di povertà, di conflitto, di sfruttamento, di malattia, di sofferenza, nelle quali esse si trovano”, suscitano in loro “un’acuta esigenza di ascoltare la parola di Dio e di parlare con coraggio”. Per Benedetto XVI “l’Africa ci ha offerto quest’anno un tema di riflessione di grande importanza religiosa e politica, perché parlare e ascoltare sono condizioni essenziali per costruire la civiltà dell’amore”. “Ascoltare insieme la parola di Dio; praticare la lectio divina”, “lasciarsi sorprendere dalla novità, che mai invecchia e mai si esaurisce, della parola di Dio; superare la nostra sordità per quelle parole che non si accordano con i nostri pregiudizi e le nostre opinioni; ascoltare e studiare anche quelli che prima di noi hanno ascoltato la parola di Dio”; tutto ciò, ha detto il Papa nella basilica di San Paolo, “costituisce un cammino da percorrere per raggiungere l’unità nella fede, come risposta all’ascolto della Parola”. “Chi si pone all’ascolto della parola di Dio può e deve poi parlare e trasmetterla agli altri, a coloro che non l’hanno mai ascoltata o a chi l’ha dimenticata e sepolta sotto le spine delle preoccupazioni e degli inganni del mondo” ha quindi ammonito Benedetto XVI. “Noi cristiani – si è chiesto al riguardo – , non siamo diventati forse troppo muti? Non ci manca forse il coraggio di parlare e di testimoniare?”. “Il nostro mondo ha bisogno di questa testimonianza; attende soprattutto la testimonianza comune dei cristiani”. “L’unità non si può imporre” perché “essa va condivisa e fondata su una comune partecipazione all’unica fede. Ascoltare e parlare, comprendere gli altri e comunicare la propria fede, sono dimensioni essenziali della prassi ecumenica. Il dialogo onesto e leale costituisce lo strumento tipico ed imprescindibile della ricerca dell’unità” ha osservato ancora Benedetto XVI, concludendo la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Nel dialogo ecumenico, ha proseguito, “bisogna parlare correttamente e in modo comprensibile” esponendo “con chiarezza tutta la dottrina” poiché esso “comporta l’evangelica correzione fraterna e conduce a un reciproco arricchimento spirituale nella condivisione delle autentiche esperienze di fede e di vita cristiana”. “Perché ciò avvenga – ha aggiunto il Papa – occorre implorare senza stancarsi l’assistenza della grazia di Dio e l’illuminazione dello Spirito Santo”. Di qui l’esortazione conclusiva alla preghiera affinché “tutti i discepoli di Cristo siano una cosa sola, e affinché, nell’ascolto della Parola, possano dare una testimonianza concorde agli uomini e alle donne del nostro tempo”.Sir