Vita Chiesa

BENEDETTO XVI A LOURDES, «QUI SI SPERIMENTA LA PROSSIMITA’ TRA CIELO E TERRA»

“Lourdes è uno di quei luoghi che Dio ha scelto per farvi risplendere un raggio particolare della sua bellezza; da ciò l’importanza che acquista qui il simbolo della luce” Lo ha detto ieri sera Benedetto XVI, durante il suo primo impegno ufficiale a Lourdes, la processione “aux flambeaux” (con le torce) che partita dalla Grotta delle Apparizioni, si è conclusa come di consueto davanti alla Basilica. Il Papa era arrivato nel santuario mariano nel pomeriggio. A bordo, dell’autovettura panoramica aveva compiuto le prime due tappe del “Cammino del Giubileo”, percorso che il pellegrino è invitato a compiere a Lourdes in occasione del 150° anniversario delle Apparizioni della Vergine. Ad ogni tappa del Cammino, il Papa ha pronunciato la preghiera prevista dal Giubileo. Il Cammino del Giubileo comprende quattro luoghi legati alla vita di Bernadette: Il Fonte battesimale dove è stata battezzata; il “Cachot” dove è vissuta con la famiglia; La Grotta, luogo delle Apparizioni della Madonna, cuore del Santuario Mariano e L’Ospizio (Cappella) dove ha ricevuto la Prima Comunione. Il Papa ha visitato la Grotta delle Apparizioni e alla Sorgente, un bambino gli ha offerto un bicchiere d’acqua della fonte, quindi Benedetto XVI ha acceso un cero posto sul grande candelabro e si è raccolto in silenzio prima di leggere la preghiera della III tappa del Giubileo. Infine è ha fatto ritorno all’Ermitage St. Joseph per la cena in privato. Alle 21,15 ha poi raggiunto il Complesso dei Santuari e, entrato dalla Porta della Cripta, si è diretto alla terrazza interiore della Basilica per seguire la processione, che si è conclusa con il suo discorso. “Centocinquant’anni fa, l’11 febbraio 1858” – ha ricordato il Papa – “in questo luogo detto La grotta di Massabielle, fuori dell’abitato, una semplice ragazzina di Lourdes, Bernadette Soubirous, vide una luce e, dentro questa luce, una giovane Signora ‘bella, bella, più di tutto’ (…). Ề in questa conversazione, in questo dialogo tutto pervaso di delicatezza, che la Signora la incarica di trasmettere certi messaggi molto semplici sulla preghiera, la penitenza e la conversione”. “Venendo in pellegrinaggio qui, a Lourdes, – ha proseguito – noi vogliamo entrare, sulle orme di Bernadette, in quella straordinaria prossimità tra il cielo e la terra che non si è mai smentita e che non cessa di consolidarsi. Durante le apparizioni è da rilevare che Bernadette recita la corona sotto gli occhi di Maria, che si unisce a lei al momento della dossologia. Questo fatto conferma il carattere profondamente teocentrico della preghiera del Rosario. Quando recitiamo la corona, Maria ci offre il suo cuore e il suo sguardo per contemplare la vita del Figlio suo, Cristo Gesù. (…) Davanti alla grotta, notte e giorno, tanto d’estate quanto d’inverno, brilla un roveto ardente incendiato dalle preghiere dei pellegrini e dei malati, che esprimono le loro preoccupazioni e i loro bisogni, ma soprattutto la loro fede e la loro speranza”. “Il mio venerato Predecessore Giovanni Paolo II” – ha poi ricordato Benedetto XVI – “venne due volte qui, a Lourdes” e “anch’egli incoraggiò vivamente la preghiera della corona; lo fece, tra l’altro, in un modo del tutto singolare, arricchendo il Rosario con la meditazione dei Misteri della Luce”. “La processione ‘aux flambeaux’ – ha detto il Papa – traduce ai nostri occhi di carne il mistero della preghiera: nella comunione della Chiesa, che unisce eletti del cielo e pellegrini della terra, la luce zampilla dal dialogo tra l’uomo e il suo Signore e una strada luminosa si apre nella storia degli uomini, compresi anche i momenti più bui”. “Questa processione” – ha proseguito – “è un momento di grande gioia ecclesiale, ma anche un tempo di riflessione austera: le intenzioni che portiamo con noi sottolineano la nostra profonda comunione con tutti gli esseri che soffrono. Pensiamo alle vittime innocenti che subiscono la violenza, la guerra, il terrorismo, la carestia, o che portano le conseguenze delle ingiustizie, dei flagelli e delle calamità, dell’odio e dell’oppressione, degli attentati alla loro dignità umana e ai loro diritti fondamentali, alla loro libertà d’azione e di pensiero. Pensiamo anche a coloro che vivono problemi familiari o che soffrono in conseguenza della disoccupazione, della malattia, dell’infermità, della solitudine, della loro situazione di immigrati. Non voglio inoltre dimenticare coloro che patiscono a causa del nome di Cristo e che muoiono per Lui”. “Maria – ha detto il papa – ci insegna a pregare, a fare della nostra preghiera un atto d’amore per Dio e di carità fraterna. Pregando con Maria, il nostro cuore accoglie coloro che soffrono. (…) Lourdes è un luogo di luce, perché è un luogo di comunione, di speranza e di conversione”. Al contrario, ha ribadito, “Il peccato ci rende ciechi, ci impedisce di proporci come guide per i nostri fratelli, e ci spinge a diffidare di loro e a non lasciarci guidare. Abbiamo bisogno di essere illuminati e ripetiamo la supplica del cieco Bartimeo: “Maestro, fa’ che io veda!” (Mc 10,51)”. “In questo santuario di Lourdes, verso il quale i cristiani del mondo intero rivolgono lo sguardo da quando la Vergine Maria vi ha fatto brillare la speranza e l’amore, donando ai malati, ai poveri e ai piccoli il primo posto, – ha detto ancora – siamo invitati a scoprire la semplicità della nostra vocazione: in realtà, basta amare”. E parlando delle apparizioni, ha aggiunto: “Le apparizioni erano circonfuse di luce e Dio ha voluto accendere nello sguardo di Bernardetta una fiamma che ha convertito innumerevoli cuori. Quante persone vengono qui per vedere, sperando forse segretamente di ricevere qualche miracolo; poi, sulla via del ritorno, avendo fatto un’esperienza spirituale di vita autenticamente ecclesiale, cambiano il loro sguardo su Dio, sugli altri e su se medesimi. Una piccola fiamma chiamata speranza, compassione, tenerezza le abita. L’incontro discreto con Bernardetta e con la Vergine Maria” – ha concluso il Pontefice – “può cambiare una vita, perché esse sono presenti, in questo luogo di Massabielle, per condurci a Cristo, il quale è la nostra vita, la nostra forza, la nostra luce”.