Vita Chiesa
Belgio: abusi sessuali, versati finora alle vittime 1,4 milioni di euro
Il Centro è un’istituzione creata congiuntamente dalla Chiesa belga e dallo Stato per trattare i casi prescritti dalla legge. Dal Rapporto emerge che sono state presentate 621 richieste e fino ad oggi 264 casi sono stati “conciliati”. Le persone che hanno presentato un dossier, sono state ascoltate da una équipe pluridisciplinare composta da giudici e avvocati, uno psicologo e rappresentanti della Chiesa. In funzione del tipo di abuso subito, sono i giudici e gli avvocati a decidere la cifra da versare. Le somme – spiega al Sir padre Tommy Schoeltes, portavoce dei vescovi belgi – sono versate dalla Chiesa attraverso la fondazione “Dignity”: quando una vittima stabilisce un accordo con il Centro di arbitrato, è la diocesi o l’ordine religioso o la congregazione di cui ha fatto parte il violentatore, a versare la somma stabilita alla fondazione “Dignity”.
È poi la fondazione a versare la somma alla vittima. Se chi ha commesso l’abuso è ancora in vita, è lui a versare alla diocesi o alla congregazione religiosa la somma stabilita. Secondo il rapporto presentato alla Commissione parlamentare, sono alcune decine i casi dichiarati irricevibili. La grande maggioranza delle vittime sono uomini, circa una cinquantina di casi coinvolge le donne. La media delle somme versate a ciascuna delle vittime si aggira attorno ai 5mila euro. Pare che una persona abbia deciso di devolvere la somma ad un’istituzione che si occupa di ricerca degli abusi sessuali in seno alla Chiesa e che il massimo della somma versata è stata di 25mila euro. Per Guy Harpigny, vescovo di Tournai e referente della Conferenza episcopale belga che interviene sugli scandali degli abusi sessuali, i compensi corrisposti alle vittime sono in primo luogo un segno per riconoscere la loro sofferenza: “L’indennizzo offerto è davvero simbolico e non va a rimuovere il dolore o la memoria di quegli eventi terribili”.
“La fondazione ‘Dignity’ – prosegue il vescovo – offre quindi soprattutto la possibilità per le vittime di parlare. Per alcuni di loro, questa è la prima volta che possono parlare con qualcuno”. “Una volta che un male è stato commesso da un membro della Chiesa – conferma il vescovo -, dobbiamo assumercene la responsabilità, riparare e assicurare che ciò non accada mai più. Si stanno pertanto implementando tutti i tipi di accortezze in modo che non si ripeta. Per il resto, solo Dio può consolare i cuori”. Harpigny assicura che ai vescovi non importa che l’immagine della Chiesa sia stata rovinata “a causa di tutto il male che è stato fatto”: “Questo non è davvero la cosa più importante- conclude – quanto piuttosto riconoscere finalmente le vittime e andare in loro soccorso”.