Lettere in redazione
Battisti, scandaloso il «no» all’estradizione
Trovo davvero scandaloso che l’ex presidente brasiliano Luiz Inàcio Lula da Silva, negli ultimi atti prima di passare la presidenza al successore, abbia negato l’estradizione del terrorista Cesare Battisti, condannato all’ergastolo in Italia per svariati omicidi. Adesso l’Italia dovrebbe imporre sanzioni al Brasile e costringerlo a rivedere questa decisione.
Le argomentazioni addotte da Lula non convincono affatto. In pratica l’ex-presidente si è attenuto come promesso al parere dell’Avvocatura generale dello stato: per dire «no» ad una estradizione secondo quanto previsto dall’articolo 3 del trattato bilaterale è sufficiente avere «ragioni per supporre che la persona reclamata (dall’altro Stato) sarà sottoposta ad atti di persecuzione e discriminazione per motivi di razza, religione, sesso, nazionalità, lingua, opinione politica, condizione sociale o personale. Oppure che la situazione possa essere aggravata da uno degli elementi summenzionati». Ora, tutto si può dire del nostro sistema giudiziario (che ha tanti limiti), ma è davvero difficile pensare che una volta trasferito in un carcere italiano l’ex-terrorista sarebbe stato «perseguitato e discriminato». E giustamente il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «profonda delusione e contrarietà» per una scelta definita «incomprensibile». Perché Cesare Battisti non è affatto una vittima politica. E l’Italia in quegli anni non è ricorsa a una legislazione straordinaria, ma è uscita dal terrorismo grazie alla risposta salda della società e delle istituzioni.