Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Battesimo, le famiglie prese per mano
Prendere per mano i genitori che chiedono il battesimo per i figli e accompagnarli in un cammino che comprende la preparazione al sacramento e un itinerario spirituale della famiglia dopo il battesimo. La sfida lanciata dal piano pastorale diocesano di quest’anno è destinata a lasciare il segno anche se non mancano le difficoltà. La «conversione pastorale» cui le parrocchie sono chiamate sul tema del battesimo sta già muovendo i primi passi. Lo dimostrano le relazioni che le comunità parrocchiali hanno inviato in preparazione all’assemblea diocesana di sabato 16 giugno che ha come filo conduttore Vivere il battesimo per rendere visibile il «sì» della fede.
L’accoglienza
Se la maggior parte delle parrocchie continua a dedicare tre incontri per la preparazione delle famiglie al sacramento e non ha ancora previsto un percorso post-battesimale, ci sono esperienze significative che stanno prendendo corpo. Come a Levane. «Da qualche tempo – spiega la parrocchia intitolata a San Martino – le famiglie che hanno bambini da battezzare vengono invitate in chiesa una determinata domenica alla S.Messa principale per fare la richiesta formale del battesimo alla comunità. In questa occasione viene fatto il rito di accoglienza, l’unzione catecumenale e la consegna del testo per l’itinerario di preparazione. Viene donata anche la candela che sarà accesa al cero pasquale nel giorno del battesimo. Questo rito viene fatto di norma dai diaconi, mentre il battesimo dal parroco».
In casa dei genitori
Interessante l’approccio che viene seguito nella parrocchia del Rivaio a Castiglion Fiorentino. «Vengono tenuti tre incontri di preparazione delle famiglie che chiedono il battesimo per il proprio bambino – si legge nella relazione – Due si svolgono nella casa della famiglia: il primo col sacerdote, il secondo con una coppia di sposi che hanno seguito il corso diocesano per catechisti battesimali. Il terzo incontro viene fatto in chiesa coinvolgendo anche il padrino e la madrina. In questi incontri si cerca di accompagnare la famiglia a scoprire i motivi di fede che stanno alla base di questa scelta e come questa impegni tutta la vita in un continuo cammino». Un itinerario simile viene presentato nella parrocchia del Sacro Cuore a Sansepolcro. «Alla notizia del nascituro – scrive la comunità nel documento messo a punto per l’assemblea diocesana – ci rechiamo in famiglia due volte: prima una catechista e poi il sacerdote. Nel terzo anno di vita del piccolo una catechista visita la famiglia e porta il catechismo dei bambini suggerendo ai genitori come usarlo».
La celebrazione
Le modalità di celebrazione del battesimo sono abbastanza simili. «La celebrazione del battesimo – spiegano le parrocchie di Cà di Cio, Puglia e Tregozzano – avviene di norma all’interno della S.Messa e costituisce di per sé una opportunità di catechesi per l’intera comunità». Ma c’è anche chi opera scelte diverse: è il caso della parrocchia di Laterina. «Il battesimo, così come consiglia il rito, viene celebrato nel giorno del Signore e possibilmente fuori dalla S.Messa. E’ una scelta vantaggiosa perché dà la possibilità di fare catechesi battesimali più specifiche. Queste rimarrebbero più faticose durante la liturgia eucaristica domenicale e inoltre troppo spesso il battesimo rischierebbe di diventare un “rito nella Messa”».
Dopo il battesimo
Sempre al Rivaio viene proposto un accompagnamento spirituale dopo il battesimo. «Da qualche anno è attivo in parrocchia un gruppo di giovani famiglie con bambini piccoli che portano avanti un cammino di formazione. Nato dalla necessità di trovare un tempo di pausa e riflessione per aprirsi all’ascolto della voce di Dio, il cammino sta portando i suoi frutti: è aumentato il numero di famiglie che partecipa agli incontri e alcune di queste si stanno coinvolgendo sempre di più nelle altre attività di animazione della parrocchia e anche nel servizio di accompagnamento delle coppie di fidanzati. La comunità sostiene questo cammino seguendo i racconti che vengono pubblicati nel giornalino parrocchiale, partecipando ai momenti di preghiera e di festa proposti dal gruppo e, nell’assemblea domenicale, è una gioia vedere le giovani famiglie partecipare unite all’Eucaristia e i loro bambini che ravvivano la celebrazione». A Pieve Santo Stefano, invece, si sta progettando il futuro. «Il dopo-battesimo – scrive la parrocchia – deve ancora prendere campo e lo pensiamo secondo le indicazioni diocesane. Il percorso educativo dei piccoli da zero a sei anni è una pastorale della famiglia perché in questa fase i bambini succhiano al cuore dei genitori quello che essi vivono».
La lettera ai Romani
Il sussidio sulla lettera ai Romani è stato utilizzato per la catechesi degli adulti. «Il sussidio – scrivono le parrocchie di Pievuccia, Montecchio Vesponi e Pergognano – è stato utilizzato in modo continuo nei centri di ascolto che sono stati occasioni di approfondimento e confronto».
Il piano pastorale
L’accoglienza del piano pastorale c’è stata nella diocesi. «La parrocchie – nota il consiglio pastorale della zona di Arezzo – sono state adeguatamente informate. Alcune hanno valorizzatola proposta in vari modi: proponendola al consiglio pastorale parrocchiale, avendo cura delle celebrazioni del battesimo, proponendo omelie domenicali sul tema, accompagnando le famiglie in un itinerario di fede non episodico». E il futuro? L’obiettivo è arrivare a un «risveglio spirituale» anche se servirà tempo per costruire una «mentalità nuova», spiegano le parrocchie di Arezzo. E la Concattedrale di Sansepolcro propone di approfondire il tema del battesimo almeno per un altro anno. Aggiunge la parrocchia di San Donato in Maccagnolo ad Arezzo. «La pastorale battesimale deve essere una pastorale d’insieme (sacramentaria, catechetica, sociale, caritativa) che esprime la missione evangelizzatrice della Chiesa».
Giacomo Gambassi