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BATTESIMO ALLAM: PADRE LOMBARDI REPLICA ALLA NOTA DI AREF ALI NAYED

Continua a restare vivo il dibattito sul battesimo impartito dal Papa nella Veglia Pasquale, al vicedirettore del “Corriere della sera”, Magdi Allam, che dopo una lunga ricerca personale, dall’islam si è convertito al cattolicesimo. Tra le reazioni nel mondo islamico, spicca la nota di Aref Ali Nayed, direttore del “Royal Islamic Strategic Studies Center” e figura chiave del nuovo corso del dialogo islamo-cristiano iniziato con la “Lettera dei 138 Saggi”. Una nota critica alla quale ha risposto oggi con alcune osservazioni padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana e della Sala stampa della Santa Sede. “Anzitutto – afferma padre Lombardi – l’affermazione più significativa è senza dubbio la conferma della volontà dell’Autore (Aref Ali Nayed, ndr) di continuare il dialogo di approfondimento e conoscenza reciproca fra musulmani e cristiani, e non mettere assolutamente in questione il cammino iniziato con la corrispondenza e i contatti stabiliti nell’ultimo anno e mezzo fra i saggi musulmani firmatari delle note lettere e il Vaticano, in particolare tramite il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Questo itinerario deve continuare, è di estrema importanza, non va interrotto, ed è prioritario rispetto ad episodi che possono essere oggetto di malintesi”.

“Amministrare il battesimo ad una persona – è la seconda osservazione di padre Lombardi – implica riconoscere che ha accolto la fede cristiana liberamente e sinceramente, nei suoi articoli fondamentali, espressi nella professione di fede. Questa viene pubblicamente proclamata in occasione del battesimo. Naturalmente ogni credente è libero di conservare le proprie idee su una vastissima gamma di questioni e di problemi in cui vi è fra i cristiani un legittimo pluralismo. Accogliere nella Chiesa un nuovo credente non significa evidentemente sposarne tutte le idee e le posizioni, in particolare su temi politici o sociali”. Il battesimo di Magdi Cristiano Allam, aggiunge Lombardi, “è una buona occasione per ribadire espressamente questo principio fondamentale. Egli ha diritto di esprimere le proprie idee, che rimangono idee personali, senza evidentemente diventare in alcun modo espressione ufficiale delle posizioni del Papa o della Santa Sede”.

Un’altra osservazione – la terza – viene dedicata da Lombardi alla liturgia della Veglia pasquale. Questa, spiega, “è stata celebrata come ogni anno, e la simbologia della luce e dell’oscurità ne fa parte da sempre. Certamente è una liturgia solenne e la celebrazione in San Pietro da parte del Papa è una occasione molto particolare. Ma accusare di manicheismo la spiegazione dei simboli liturgici da parte del Papa – che egli compie ogni volta e in cui è maestro – manifesta forse piuttosto una non comprensione della liturgia cattolica che una critica pertinente al discorso di Benedetto XVI”. Infine, conclude Lombardi, “ci sia permesso di manifestare a nostra volta dispiacere per quanto il prof. Nayed dice circa l’educazione nelle scuole cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana, obiettando sul rischio di proselitismo. Ci sembra che la grandissima tradizione di impegno educativo della Chiesa cattolica anche nei Paesi a maggioranza non cristiana (…) meriti ben altro apprezzamento. Non pensiamo che l’accusa di mancanza di rispetto per la dignità e la libertà della persona umana sia meritata oggi da parte della Chiesa. Ben altre sono le violazioni di essa a cui dare attenzione prioritaria. E forse anche per questo il Papa si è assunto il rischio di questo battesimo: affermare la libertà di scelta religiosa conseguente alla dignità della persona umana”.

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