Cultura & Società
Battaglia di Anghiari, via a ricerca
Sono almeno 500 anni che gli esperti di tutto il mondo si interrogano sulla possibilità che esistano ancora tracce dell’affresco di Leonardo da Vinci raffigurante la battaglia di Anghiari, nascoste su un muro segreto nel salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze. Il maestro lo cominciò il 6 giugno del 1505, ma l’opera rimasta incompiuta e non se ne ebbe più traccia, probabilmente in seguito al riassetto del salone che fu commissionato a metà Cinquecento all’ architetto Giorgio Vasari. La ‘Battaglia di Anghiari‘ doveva raffigurare lo scontro vittorioso, avvenuto il 29 giugno 1440, dei fiorentini contro i milanesi. Purtroppo il maltempo interruppe le prime pennellate di Leonardo che lesse questo incidente come un cattivo presagio. I cartoni preparatori sono andati perduti e la conoscenza di questo lavoro è legata unicamente a copie pittoriche, incisioni e disegni autografi di Leonardo conservati nei maggiori musei del mondo. Questo capolavoro avrebbe dovuto gareggiare con un affresco delle stesse dimensioni (circa 15 metri quadrati) commissionato – ma mai iniziato – a Michelangelo che lo avrebbe dovuto realizzare sulla parete opposta a quella assegnata a Leonardo per la sua ‘Battaglia‘.
Della ‘Battaglia‘ di Leonardo si ha traccia nel 1549, quando lo scrittore fiorentino Anton Francesco Doni la descrive come “cosa miracolosa” in una lettera inviata a un amico di Venezia. Poi, in tempi recenti, si sono susseguiti studi e ricerche per dimostrare che qualcosa di quell’ affresco deve essere rimasto.
Nel 1979 fu tolta una porzione di almeno due metri quadrati di affresco del Vasari in Palazzo Vecchio raffigurante la battaglia di Torre, sotto il quale si supponeva potesse trovarsi la ‘Battaglia‘ di Leonardo. L’operazione non ebbe successo. Nel 2005 è avvenuta la scoperta di un muro ‘segreto’ nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio che potrebbe conservare ancora tracce del celebre affresco. A farla, utilizzando strumenti d’ avanguardia, è stato l’ingegnere Maurizio Seracini, direttore del centro diagnostico per i beni culturali Editech, che ha dedicato 30 anni della sua vita a questa ricerca. (ANSA).