Prato

«Basta orgogli, la città ha bisogno di essere unita»

Basta con gli orgogli, con i particolarismi, basta con gli egoismi, con la voglia di primeggiare. Un vibrante, accorato appello all’unità di tutte le componenti della società pratese, è stato lanciato, domenica sera 28 febbraio, dal Vescovo Gastone Simoni nell’anniversario della manifestazione «Prato non deve chiudere».Il presule ha voluto celebrare una messa per il lavoro ricordando quell’evento che esattamente un anno fa, il 28 febbraio 2009, riunì tutta Prato per difendere il proprio distretto tessile. Una manifestazione organizzata allora da tutte le realtà politico-economiche cittadine, che mons. Simoni ha definito «espressiva della migliore anima dei pratesi», di una città «che non si rassegna alla decadenza del lavoro, che non ha timore di chiedere provvidenze alle istanze amministrative superiori, non umiliandosi, ma con spirito sussidiario».Un anno dopo, mentre la crisi mostra i suoi effetti sempre più laceranti, la città – lo si capisce anche dalle parole del Vescovo – sembra aver smarrito quello spirito unitario. E così mons. Simoni non ha timore «a richiamare tutti alle proprie responsabilità», quasi rivolgendosi a tu per tu con i rappresentanti delle istituzioni e delle categorie economiche presenti in duomo. Tra gli altri, hanno preso parte alla celebrazione il presidente della Provincia Lamberto Gestri, l’assessore comunale Adriano Ballerini, e numerosi rappresentanti del mondo artigiano, imprenditoriale e sindacale.Mons. Simoni, argomentando il proprio appello, ha affermato: «Mettete da parte i contrasti anche legittimi perché insieme, nella concordia, si possono costruire le cose più grandi, mentre senza unità si rischia di perdere anche quello che resta». Esplicitando ancora di più, il Vescovo ha poi continuato: «Sedete intorno ad un tavolo, con questo spirito e rinunciate a parte del vostro orgoglio, del vostro desiderio legittimo di successo, della vostra voglia di primeggiare. Se continueranno le contese, si rischia davvero di mettere a repentaglio il futuro della nostra città». A scanso di equivoci, mons. Simoni ha ribadito la stima che nutre verso tante persone impegnate nelle amministrazioni cittadine, nella politica e nell’economia, domandandosi: «Se ci sono queste persone di valore, e sono tante, cos’è che si inceppa? Credo – ha ulteriormente ribadito il presule – che ci voglia un di più di unità, un di più di abbattimento dell’orgoglio, un di più di solidarietà da parte di chi possiede tanti capitali, e a Prato – ha chiosato – sono ancora numerosi».Nell’omelia non è mancata una lucida, seppur sommaria, analisi delle colpe del passato, nello spirito penitenziale del tempo di Quaresima: «La crisi economica – ha affermato mons. Simoni – ha a che fare non solo con la fatalità, ma anche con la mancanza di regole, con la mancanza di vero senso del bene comune, con il prevalere degli interessi particolari».

(dal numero 9 del 7 marzo 2010)