Arte & Mostre

Basilica di Santa Croce a Firenze, nuovo percorso per migliorare l’esperienza di visita

L’obiettivo è quello di mettere in primo piano l’unitarietà e l’unicità del complesso monumentale e guarda al superamento di forme di fruizione caratteristiche del turismo di massa.

L’iniziativa è stata presentata da Irene Sanesi e Stefano Filipponi, presidente e segretario generale dell’Opera di Santa Croce, alla presenza del cardinale Giuseppe Betori e del prefetto Alessandra Guidi. Si tratta di un progetto basato su azioni integrate. Nel piano d’azione c’è un intervento fortemente innovativo per l’accoglienza con la realizzazione del nuovo percorso di visita. In secondo luogo è prevista la realizzazione di progetti speciali e percorsi tematici cittadini e regionali che vedono Santa Croce come punto di partenza o tappa di itinerari culturali e turistici di rete (Dante, Francesco). In ultimo – ma non per importanza – c’è l’attuazione di una serie di patti specifici finalizzati ai restauri e alla ricerca con la Soprintendenza archeologica Belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e per le Province di Pistoia e Prato e con l’Opificio delle Pietre dure e con l’Università di Firenze. 

Il nuovo percorso di accoglienza e di visita partirà da piazza Santa Croce. Il visitatore farà il suo ingresso dal grande cancello che si apre sul Primo Chiostro e non più sul lato di Largo Bargellini, da dove invece è prevista l’uscita a fine visita. L’obiettivo di questa scelta e dell’intero nuovo percorso è quello di migliorare la qualità dell’esperienza di incontro con il complesso monumentale: i visitatori vengono accolti e accompagnati nella fruizione di un luogo unico, dove si intrecciano, spiritualità, arte e storia. Percorrono gli spazi della spiritualità francescana (il Cenacolo, il Cenacolo d’Inverno, la Cappella Cerchi), prendono consapevolezza dei diversi spazi architettonici che si integrano in modo singolare, raggiungono la basilica per immergersi nella multiforme bellezza delle sue opere d’arte ma anche per incontrare i Grandi. L’intervento prevede inoltre l’abbattimento delle principali barriere architettoniche e il recupero del magnifico loggiato sopra l’ingresso, che offrirà nuovi suggestivi punti di vista sul primo chiostro e la cappella Pazzi.

Ecco, di seguito, l’intervento del cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, durante la presentazione:

Non tutti sanno che il grande scrittore Marcel Proust arrivò a schierarsi pubblicamente, con un articolo dell’agosto 1904 su Le Figaro, contro il progetto del governo francese di sconsacrare le grandi cattedrali gotiche d’oltralpe per farne – sono parole sue – «semplici pezzi da museo, gelidi». Fin dal titolo che egli aveva dato al suo intervento, La morte delle cattedrali, in effetti, si coglie lo spirito con cui lo scrisse, arrivando addirittura ad affermare che la Francia correva il rischio di divenire «una spiaggia dove gigantesche conchiglie cesellate sarebbero apparse arenate, vuote ormai della vita che in esse aveva abitato ed incapaci di recare all’orecchio che si chinasse su di esse il vago rumore di un tempo». Questo perché, scriveva Proust, «quando il sacrificio della carne e del sangue del Cristo non sarà più celebrato nelle chiese in esse non ci sarà più vita».

Il progetto del governo francese fu abbandonato, ma la sfida non ha smesso di interrogarci, in modo particolare nella nostra Firenze. Lo facciamo anche per questo complesso basilicale: come armonizzare la vita cultuale di una chiesa come Santa Croce con il flusso, spesso ingente, di turisti che la visitano, e che speriamo tornino presto tra noi dopo la conclusione dell’emergenza in corso? E come far sì che anche chi vi entra senza una particolare sensibilità religiosa possa percepire l’identità profonda del luogo e la sua finalità originaria? Nessuno ha ancora trovato la soluzione perfetta, ma tanto più occorre continuare a riflettere e sperimentare in modo da individuare le modalità e le forme più adeguate: una ricerca che passa attraverso la conoscenza sempre più approfondita dei luoghi, della loro storia e della loro identità.

Tanto più significativo, in questa prospettiva, il progetto che prevede, per la basilica francescana più grande del mondo, un nuovo percorso di visita che aiuti i turisti ad avvicinarsi in modo progressivo e consapevole alla magnificenza della chiesa e ad accostarsi in modo più consapevole ai luoghi del primo insediamento francescano a Firenze. Un progetto – ed è un elemento decisivo e irrinunciabile – che sta vedendo la collaborazione costruttiva e feconda tra l’Opera di Santa Croce e la comunità dei Francescani Minori Conventuali cui è affidata la cura liturgica della basilica.

Auspico di cuore che tale progetto trovi al più presto una degna realizzazione così che Santa Croce, sulla scia della spiritualità francescana, possa diventare sempre più un luogo di accoglienza e di annuncio di quella bellezza che san Francesco stesso indicava come uno degli attributi principali «di Dio altissimo».

Card. Giuseppe Betori