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BANGLADESH: CARITAS ITALIANA, AD UN MESE DAL CICLONE SIDR STANZIA ALTRI 200MILA EURO

A un mese di distanza dal ciclone Sidr che il 15 novembre scorso ha devastato le coste del Bangladesh, uccidendo oltre 3.300 persone con circa 8 milioni e mezzo di persone che hanno subito danni, Caritas italiana stanzia altri 200mila euro. È la decisione emersa al termine della missione in loco di una delegazione Caritas, insieme ad alcuni media cattolici. Caritas italiana aveva già stanziato i primi 200mila euro per gli aiuti di emergenza appena accaduta la catastrofe, cifra che rientra nei 4 milioni e 100mila euro già arrivati a Caritas Bangladesh da 20 Caritas nazionali (tra i primi donatori Germania e Irlanda), su un appello globale di Caritas internationalis che identificava le necessità in 9,5 milioni di euro. In Italia alla Caritas sono pervenuti finora 400mila euro, tramite la raccolta fondi da privati e Caritas diocesane. “La raccolta sta andando bene – commenta al SIR Danilo Feliciangeli, dell’Ufficio Asia di Caritas italiana – ma servono ancora soldi per la prevenzione, ricostruzione e riabilitazione delle attività economiche. Sarebbe buono arrivare a raccogliere 1 milione di euro, soprattutto per coprire le spese dei rifugi anticiclone”. I rifugi sono delle costruzioni ad un piano sopraelevato in cemento armato, a forma di cuneo per smorzare l’impatto del vento. Nei locali interni, in situazioni di emergenza possono stare in piedi circa 1.500/2.000 persone. Nei periodi di normalità possono essere usati dalle comunità per iniziative varie. Attualmente ospitano spesso gli operatori delle sedi locali di Caritas Bangladesh, più a contatto con la popolazione per la distribuzione di aiuti. Nel Paese esistono già 2.000 rifugi ma il governo ritiene che siano necessari altri 1.000. La rete Caritas si è impegnata a costruirne 50, per un valore pari a 5 milioni di euro (ogni rifugio costa 100mila euro). Al termine della missione, Feliciangeli giudica positivo il lavoro svolto finora da Caritas Bangladesh, “efficiente e velocissima negli interventi. La situazione è sotto controllo e la gente non muore di fame, di sete o di malattie. Non c’è conflittualità sociale, tranne qualche piccolo episodio. Ma il problema del Bangladesh è che i danni del ciclone hanno inciso su una situazione di forte povertà già esistente, peggiorandola”. Secondo dati forniti da Caritas Bangladesh le persone sotto la soglia della povertà sono il 36%, mentre il reddito medio annuo pro capite è di 470 dollari.“L’assistenza nelle emergenze non è sufficiente – dice Feliciangeli – perciò bisogna lavorare molto sullo sviluppo. La maggiore carenza è quella abitativa, perché se le case sono ricostruite in lamiera e legno ogni volta che c’è una catastrofe si rischia di distruggere tutto il lavoro precedente”. Il Bangladesh è, infatti, un Paese di fiumi (ospita anche il delta del Gange che si incontra con il Brahmaputra), per cui le inondazioni sono molto frequenti. “È come una casa costruita sulla sabbia – continua Feliciangeli – perciò bisogna puntare molto sull’edilizia abitativa e su un approccio integrato ai problemi che comprenda lo sviluppo agricolo, la tutela ambientale, la prevenzione e gestione delle emergenze”. Caritas Bangladesh, come spiega il direttore Benedict Alo di Rosario, sta studiando programmi di abitazioni “low cost”, con “base in cemento, pilastri in acciaio e telaio rigido, con almeno un metro in muratura per ripararsi dalle alluvioni”. Per il momento è prevista la ricostruzione di 9.100 case. Tutto il programma Caritas in tre fasi durerà fino al 2009. Per info e offerte: www.caritasitaliana.it. (dall’inviata Sir Patrizia Caiffa)Sir