Italia
Banca d’Itala, troppa fretta politica
Il primo punto della riforma prevede il mandato a termine. Il Governatore resta in carica 7 anni e non è rieleggibile. Accade così in tutti gli Stati europei, si dice. Non va però dimenticato che il problema centrale é salvaguardare l’autonomia della Banca d’Italia. Non dimentichiamo che il tanto vilipeso mandato senza termine aveva lo scopo di rendere la carica del Governatore autonoma e indipendente da pressioni. In ogni sistema democratico ci sono delle cariche non elettive, come per esempio quella dei membri della Corte Suprema negli Stati Uniti d’America. Servono a dare stabilità al sistema, sottraendo alcune cariche di importanza nevralgica dal ricatto dell’elettorato. Il mandato a termine è sufficiente di per sé a garantire questa stessa autonomia ed indipendenza? Si può facilmente prevedere che ad un anno dalla scadenza del mandato comincino le manovre politiche per la successione, con due conseguenze negative: porre in quarantena il Governatore in carica e condizionare il successore.
Ci sarebbe bisogno di un supplemento di riflessione. Cosa purtroppo impossibile date le speculazioni (veramente eccessive) sul caso personale di Fazio, che impedisce di distinguere tra questo livello e quello generale della riforma dell’Istituto, e dato il clima di lotta politica senza quartiere. Per questo sembra positiva la decisione del governo di inserire la riforma di Bankitalia dentro la Legge sul Risparmio. Speriamo che almeno questo induca a ragionare del sistema più che delle contingenze.