Toscana

Ballottaggi, Lucherini vince la sfida con Bettoni

di Giacomo GambassiArezzo ha scelto la continuità: al vertice della Provincia e alla guida del Comune. Prendendo quasi a modello la legge sulla «par condicio» televisiva, la città ha lasciato il timone della Provincia al centrosinistra riconfermando (già al primo turno) il presidente Vincenzo Ceccarelli, e lo scorso fine settimana, nel ballottaggio, ha affidato per la seconda volta le redini di Palazzo Cavallo a Luigi Lucherini, il sindaco–ingegnere della Casa delle Libertà.Una scelta bipartisan che è piuttosto singolare. Perché in una città di ottantamila abitanti, ha fatto incetta di voti l’Ulivo quando si è trattato di fare una croce sulla scheda delle Provinciali, mentre ha prevalso il centrodestra quando Arezzo è tornato alle urne per scegliere fra i due aspiranti sindaci. E dire che anche nelle Comunali il centrosinistra partiva favorito con la senatrice diessina Monica Bettoni alla testa di una coalizione che andava dalla Margherita a Rifondazione passando per Ds e movimenti. E il 12 e il 13 giugno era stata lei a veder sfumare per un soffio l’elezione al primo turno: meno di 200 l’avevano separata dall’ingegnere che era stato superato dalla sua sfidante.Eppure, quando è apparso chiaro che la senatrice non ce avrebbe fatta a superare il quorum del 50%, la città ha capito che il municipio sarebbe tornato nelle mani della Casa delle Libertà. Perché la «base» della Bettoni aveva già votato in massa la senatrice; perché l’1% dei consensi raccolti dal terzo candidato a sindaco Giulio Arrigucci (ex assessore della giunta Lucherini) sarebbero confluiti quasi certamente sull’ingegnere (nonostante non vi fosse alcuna intesa); perché quella fascia di elettori che gli esperti di sondaggi definiscono «incerti» poteva far convergere la sua preferenza sul primo cittadino uscente; e soprattutto perché Monica Bettoni non avrebbe catalizzato il consenso dei moderati se da una competizione fra schieramenti si fosse passati ad una sfida incentrata sul fattore personale.E, quando domenica scorsa è arrivato il dato sull’affluenza alle urne che ad Arezzo ha superato il 75%, Lucherini si è sentito la vittoria in tasca. Lo scrutinio ha soltanto confermato un successo che era nell’aria anche se nessuno aveva previsto quello che i sostenitori del sindaco definiscono un «trionfo». Perché l’ingegnere torna a Palazzo Cavallo, forte di oltre tremila voti di differenza sulla Bettoni, che lui è riuscito a strappare alla senatrice anche nei quartieri in cui il centrosinistra ha sempre dominato. E sono state le ultime due settimane a permettergli di ottenere il 52,9% dei voti contro il 47,1 della Bettoni.L’insuccesso del centrosinistra si è già portato dietro una serie di dimissioni al vertice dei partiti che hanno sostenuto la senatrice. E probabilmente questo è solo l’inizio di una profonda fase di ripensamento sulla classe dirigente dell’Ulivo aretino.

Ma anche per Lucherini la strada è già in salita. Perché in consiglio comunale potrà contare su una maggioranza risicatissima: 21 voti contro i 20 dell’intero centrosinistra. Così ha deciso Arezzo che ha, sì, riconsegnato le chiavi del municipio al sindaco della Cdl, ma ne ha anche ridotto i margini di manovra assegnandogli appena un voto in più dell’opposizione. Una sorta di «freno e contrappeso» all’americana con cui il primo cittadino dovrà fare i conti.

E, infatti, Monica Bettoni ha già puntato l’indice sulla nuova composizione del consiglio. «Lucherini – ha detto la senatrice – dovrà dimostrare di saper governare con una maggioranza ridotta all’osso». Ma il sindaco ha respinto al mittente le accuse. «Non c’è nessun consiglio comunale diviso. E la governabilità sarà assicurata in ogni caso».

E la Curia svela un imbroglioai danni dei cittadiniA distanza di qualche giorno dalla chiusura delle urne e dalla riconferma dell’ingegnere della Casa delle Libertà, Luigi Lucherini, alla guida del Comune di Arezzo, la Curia Vescovile interviene sulla questione delle elezioni per svelare una sorta di «imbroglio» ai danni dei cittadini. «Giunge notizia – si legge nella nota diffusa dalla Curia – che, durante la campagna elettorale per le amministrative del Comune di Arezzo, alcuni attivisti si sarebbero presentati agli elettori invitandoli a votare per questo o per l’altro candidato perché sostenuti dalla Curia Vescovile e anche personalmente dal Vescovo. La notizia ha dell’incredibile; ma se qualcuno, chiunque egli sia, avesse usato in modo strumentale questi mezzi meschini sappia di aver abusato della buona fede degli elettori tenuti a fare le loro scelte in base alle proprie convinzioni politiche, sociali e religiose in piena libertà e secondo coscienza, senza l’inganno di un sostegno che la Curia e il Vescovo non hanno dato né potrebbero dare all’uno o all’altro dei candidati».