Toscana
Badanti e colf, è l’ora della regolarizzazione
di Sara Vatteroni
Per colf e badanti è arrivato il momento della regolarizzazione. Al di là di ogni polemica, la nuova normativa nazionale in materia di immigrazione esige che datori di lavoro, collaboratrici familiari nonché operatrici e operatori dell’assistenza domiciliare agli anziani escano dal sommerso. E Firenze, a livello regionale, è certamente la realtà più interessata. Per questo ne abbiamo parlato con Andrea De Martino, prefetto del capoluogo toscano.
Sia l’Inps che l’ufficio delle entrate stimano che le domande per la regolarizzazione si attesteranno a 700 mila, avete già delle stime sulla situazione fiorentina e toscana?
«Le domande presentate nella provincia ad oggi sono circa 1500 e Firenze risulta nona nella graduatoria nazionale delle province maggiormente interessate dal dall’emersione, dopo Milano (14 mila), Roma (10 mila), Napoli (5200), Brescia (3300), Torino (2500), Bergamo (2400), Bologna (2000) e Modena (1600). Sulla base di questi primi numeri prevedo che entro la fine del mese si possa arrivare a un totale di 5-6000 domande».
Da più parti si denuncia la crescita del mercato nero delle assunzioni, datori di lavoro disposti a mettere in regola dietro pagamento di somme che oscillano tra i 3000 e i 5000 euro. Quali misure sono state messe in campo per contrastare questo fenomeno?
«Non vi è stata alcuna segnalazione di casi del genere nella nostra Provincia. Ho comunque già sensibilizzato le Forze dell’Ordine perché vigilino con la massima attenzione. Ricordo, ad ogni modo, che al momento della sottoscrizione finale del contratto di soggiorno, lo Sportello Unico della Prefettura riceve lavoratore e datore di lavoro e in questa occasione è possibile procedere ad un’ulteriore verifica dopo gli accertamenti compiuti dalla Questura. Interviene anche la Direzione Provinciale del Lavoro che, successivamente, effettua controlli sull’avvio dell’attività lavorativa presso le famiglie. I datori di lavoro, del resto, sono persone fisiche perfettamente identificabili che, oltre la sottoscrizione del contratto di soggiorno, devono fare una comunicazione all’Inps per la specifica tipologia di lavoro per la quale è stato sottoscritto il contratto di soggiorno, cioè badanti o colf».
Nell’ambito di questa regolarizzazione il ministero degli Interni sta sperimentando forme di collaborazione con i comuni attraverso la sottoscrizione di un protocollo specifico con l’Anci, ritiene che l’esperienza permetterà di aprire ad un maggior coinvolgimento dei Comuni anche per il rilascio dei permessi di lunga durata e di soggiorno?
«La collaborazione con i comuni, già in atto da tempo per la compilazione e l’invio telematico delle domande di ricongiungimento familiare, è più che fruttuosa e ha consentito di fornire un servizio sempre più efficiente all’utenza. Nel 2008 la Prefettura di Firenze ha licenziato uno studio analitico sui costi e ricavi connessi alle procedure di rinnovo dei permessi di soggiorno affidate ai comuni. Il documento è all’attenzione del Ministero dell’Interno ed è auspicabile che possa costituire una premessa di sperimentazione sul campo proprio qui a Firenze».
Il prefetto Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, ha stimato che entro un anno dalla chiusura della regolarizzazione i richiedenti otterranno una risposta, quali strumenti sono stati messi in atto dalle prefetture toscane per rispettare questi tempi?
«Il Ministero ha assicurato un potenziamento di mezzi e personale negli uffici che saranno interessati dal maggior numero di domande. Per quanto riguarda la Prefettura di Firenze, il nostro organico attuale ha consentito di definire le procedure dei flussi 2007 e 2008 in tempi davvero rapidi e questo mi fa ritenere che si procederà con la stessa tempestività anche in occasione di questa emersione. I motori si stanno già scaldando».
Il pacchetto sicurezza ha introdotto delle procedure per limitare i cosiddetti «matrimoni di comodo». Il fenomeno è presente? Come si sono mossi i comuni per adeguarsi alle novità?
«In passato sono stati registrati casi di matrimoni di comodo nella provincia di Firenze ma, dopo l’adozione della nuova legge, il fenomeno non si è ripresentato. In materia di cittadinanza e stato civile, ho inviato una circolare ai comuni proprio per richiamare l’attenzione sulle novità introdotte dalla normativa. Il comune di Firenze, per esempio, ha richiesto a tutti i cittadini stranieri, che hanno presentato domanda di matrimonio prima dell’8 agosto (data di entrata in vigore della nuova legge), un’integrazione della documentazione, cioè il possesso del permesso di soggiorno o di un altro titolo valido attestante la regolare presenza sul territorio nazionale. Un requisito dimostrato nella maggior parte dei casi e, ad oggi, risultano sospese 20 posizioni di cittadini stranieri che non hanno ancora prodotto i documenti richiesti. Solo due pubblicazioni di matrimonio sono state rifiutate per mancata presentazione del titolo di soggiorno».
L’«abc» della regolarizzazione
L’emersione del lavoro domestico irregolare. La sanatoria può essere chiesta dai datori di lavoro che occupano, al nero, personale per l’aiuto domestico e l’assistenza alle persone non autosufficienti, esistenti alla data del 30 giugno 2009 ed instaurati da almeno tre mesi.
Il termine dei tre mesi. Il termine deve essere interpretato in maniera restrittiva per cui potrà essere regolarizzato solo il lavoratore occupato dal 1 aprile 2009.
Lavoro domestico. Si intendono tutte le mansioni comprese nel settore domestico di cui al ccnl lavoro domestico del 13 febbraio 2007.
Datori di lavoro (privati). La domanda di regolarizzazione può essere presentata da cittadini italiani; cittadini comunitari (residenti in Italia); cittadini extracomunitari in possesso del permesso CE per soggiornanti di lungo periodo (ex carta di soggiorno) o cittadini stranieri familiari di cittadini italiani o comunitari (decreto legislativo n. 30/2007). La dichiarazione può essere presentata anche dal cittadino straniero in possesso della ricevuta di richiesta di rilascio del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
Carta di soggiorno. Il permesso CE per soggiornanti di lungo periodo, a tempo indeterminato, può essere richiesto dai cittadini stranieri regolarmente soggiornanti da almeno 5 anni sul territorio nazionale.
Datori di lavoro (enti o società). I datori di lavoro possono anche essere convivenze di comunità religiose o militari, comunità senza fine di lucro, case famiglie per handicappati o per il recupero dei tossicodipendenti o per l’assistenza gratuita a bambini, anziani, ragazze madri.
Lavoratori comunitari. Sono i cittadini provenienti dai 27 stati aderenti all’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Lussemburgo, Olanda, Belgio, Regno Unito, Irlanda, Austria, Spagna, Portogallo, Grecia, Danimarca, Svezia, Finlandia, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia, Ungheria, Estonia. Lettonia, Lituania, Malta, Cipro, Romania e la Bulgaria).
Lavoratori stranieri. Sono i cittadini con passaporto non europeo cioè provenienti da paesi extracomunitari.
Quante assunzioni. La procedura di regolarizzazione può riguardare un lavoratore impegnato nel lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare e due lavoratori adibiti ad attività di assistenza a soggetti affetti da handicap o da patologie che limitino l’autosufficienza (anche per persone non conviventi). Nessun limite per l’assunzione di lavoratori italiani, comunitari.
Il modulo F24. Il versamento dovrà essere effettuato utilizzando l’apposito modulo F24, reperibile presso gli sportelli bancari e postali. I codici da indicare per il pagamento sono RINT per l’emersione di lavoratori comunitari e REXT per l’emersione di lavoratori extracomunitari. Un solo modello può essere utilizzato per sanare due badanti oppure un domestico e una badante, avendo cura di compilare per ogni lavoratore dichiarato una riga del modulo stesso.
Le modalità di presentazione della domanda. La regolarizzazione dei lavoratori italiani, comunitari e stranieri, in possesso di permesso di soggiorno, in corso di validità, utile per prestare lavoro subordinato, mediante apposito modulo predisposto dall’INPS; mentre per i lavoratori extracomunitari clandestini ovvero in possesso di permesso di soggiorno che non consente di svolgere attività lavorativa (ad esempio cure mediche) mediante procedura informatica accessibile dal sito www.interno.it.
La domanda per i lavoratori italiani e comunitari. L’istanza va presentata all’INPS, con la compilazione del modello LD – EM2009 UE, scaricabile dal sito dell’Istituto. La modalità di presentazione può avvenire: a) attraverso il call center 803164; b) attraverso la procedura on-line dell’INPS; c) attraverso lo sportello INPS, allegando copia del documento di identità del datore di lavoro; d) con lettera raccomandata AR, con fotocopia del documento di identità del datore di lavoro.
La domanda per i lavoratori stranieri. Il datore di lavoro dovrà accedere alla pagina web predisposta dal Ministero dell’Interno, registrarsi con un indirizzo di posta elettronica. Una volta scaricato il software per la compilazione e dopo averlo installato sul personal computer, sarà possibile compilare i moduli predisposti per la sanatoria (modello EM).
La domanda per i lavoratori stranieri regolari (in possesso di regolare permesso di soggiorno che consente di svolgere attività lavorativa). Il datore di lavoro deve presentare l’istanza all’INPS, ma resta l’obbligo dell’invio del contratto di soggiorno (modello Q) allo Sportello Unico per l’Immigrazione.
Reddito per la regolarizzazione di badanti extracomunitari. Non è necessario dimostrare alcun reddito per le domande relative a lavoratori impegnati nell’assistenza alle persone non autosufficienti.
La certificazione per la regolarizzazione di badanti extracomunitari. Non occorre dimostrare un reddito, ma è necessario un certificato medico della ASL o del medico curante che attesti la non autosufficienza del badato. Se la richiesta è per due persone, la certificazione deve attestare la necessità di entrambe. Non occorre la suddetta certificazione se l’assistito è già stato riconosciuto invalido.
L’orario di lavoro per la regolarizzazione di extracomunitari. Il rapporto di lavoro deve avere, per l’emersione del lavoro nero con colf e badanti stranieri, una durata minima di 20 ore settimanali.
Reddito, orario di lavoro e certificazione per la regolarizzazione di colf o badanti italiani e comunitari. In questi casi basta la volontà del datore di lavoro di far emergere il lavoro nero: non è richiesto né un minimun di reddito né limiti minimi orari né il certificato sulla non autosufficienza.
Gli stranieri espulsi. La regolarizzazione è possibile per tutti gli stranieri in passato espulsi dal territorio nazionale perché entrati sottraendosi ai controlli di frontiera ovvero perché non hanno richiesto il permesso di soggiorno o il rinnovo del titolo nei termini di legge.
L’invio della domanda di regolarizzazione. Le domande di emersione dal lavoro irregolare potranno essere presentate dal 1 settembre 2009 al 30 settembre 2009. La data di presentazione della domanda (per i lavoratori stranieri) sarà quella indicata nella e-mail che il sistema informatico provvederà ad inviare, entro 72 ore dalla presentazione dell’istanza alla casella di posta indicata dall’utente. Copia della ricevuta (che verrà salvata dal software sotto la voce domande inviate) dovrà essere esibita allo Sportello Unico per l’immigrazione al momento della convocazione.
La ricevuta per lo straniero. Il datore di lavoro deve consegnare al lavoratore una copia della ricevuta per provare e mostrare, in caso di controlli, che è stata presentata la domanda di emersione.
Decreto flussi 2007 e 2008. La domanda di emersione dal lavoro irregolare comporta la rinuncia alla domanda di nulla osta presentata nell’ambito del decreto flussi 2007 e 2008.
Il decesso del datore di lavoro. In caso di decesso del badato, nelle more della procedura di emersione, i familiari dell’assistito potranno subentrare nell’assunzione dello straniero. Per nucleo familiare ci si riferisce a quello risultante dalla documentazione anagrafico – fiscale.
La convocazione presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione. Lo Sportello Unico per l’Immigrazione convoca le parti (datore e lavoratore) per la sottoscrizione del contratto di soggiorno per lavoro subordinato e per la predisposizione della domanda di permesso di soggiorno.
Lo Sportello Unico per l’Immigrazione. Presso ogni Prefettura-Ufficio territoriale del governo è attivo uno Sportello unico per l´immigrazione che, a regime, si occupa del disbrigo delle pratiche relative alle procedure di prima assunzione dei lavoratori stranieri e di ricongiungimento familiare.
La documentazione del datore di lavoro. Al momento della convocazione presso lo Sportello Unico per il perfezionamento del procedimento con la stipula del contratto di soggiorno il datore di lavoro deve recare la seguente documentazione: ricevuta di pagamento del contributo forfetario di 500 euro; la dichiarazione dei redditi, la certificazione sulla non autosufficienza e sulla necessità di due badanti; due marche da bollo da 14,62 euro (una per la domanda di emersione e l’altra per il contratto di soggiorno) e un documento di riconoscimento.
Delega per la sottoscrizione del contratto di soggiorno. Il datore impossibilitato a recarsi allo Sportello Unico per l’Immigrazione può essere sostituito dal coniuge,da i figli o altri parenti in linea retta o collaterale fino al 3° grado. Nel caso di impossibilità da parte dei parenti, deve far ricorso a delega notarile.
La documentazione del lavoratore. Il lavoratore straniero deve portare, per la richiesta di permesso di soggiorno, l’originale e la copia integrale del passaporto in corso di validità e una marca da bollo da 14,62 euro. Nel caso in cui la domanda sia stata inoltrata indicando un documento scaduto o qualora il documento indicato sia scaduto nelle more della definizione della procedura, copia dello stesso dovrà essere esibita al momento della convocazione presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione.
Mancata presentazione presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione. Salvo giustificato motivo, il procedimento viene archiviato.
Il contratto di soggiorno. Il contratto di soggiorno per lavoro subordinato deve essere stipulato tra il datore di lavoro ed il dipendente straniero. La sottoscrizione del contratto di soggiorno è condizione obbligatoria per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno. Il datore di lavoro che sottoscrive il contratto di soggiorno ha i seguenti obblighi: comunicare qualsiasi variazione concernente il rapporto di lavoro; garantire che il lavoratore abiti in un alloggio idoneo; impegnarsi al pagamento delle spese di viaggio per l’eventuale rientro/rimpatrio del lavoratore straniero nel Paese di provenienza.
Dopo la stipula del contratto di soggiorno. Il datore di lavoro, una volta stipulato il contratto di soggiorno, deve comunicare, entro 24 ore, all’INPS l’avvenuta regolarizzazione del rapporto. In sede di regolarizzazione, ci saranno, presso gli Sportelli Unici per l’Immigrazione, operatori INPS che esplicheranno tale incombenza.
Il buon esito della regolarizzazione. La positiva conclusione della domanda di emersione comporta per il datore di lavoro la non punibilità amministrativa, finanziaria, fiscale, previdenziale, assistenziale e penale per le violazioni strettamente connesse al rapporto legalizzato (con l’archiviazione dei procedimenti pendenti) mentre per il lavoratore l’estinzione dei procedimenti penali per violazione delle norme di ingresso e di soggiorno.
La richiesta del permesso di soggiorno. Lo Sportello Unico per l’Immigrazione predispone il KIT per la richiesta di permesso di soggiorno che lo straniero dovrà inviare all’Ufficio Immigrazione della Questura per il tramite dell’Ufficio postale.
Il ritiro del permesso di soggiorno. Lo straniero si deve recare in Questura, alla data fissata, per il fotosegnalamento e, poi, farvi ritorno, per il ritiro del titolo di soggiorno.
REGOLARIZZAZIONE BADANTI E COLF, IN TOSCANA SIAMO A 4 MILA DOMANDE