Azione cattolica
Azione Cattolica: Giuliodori, Tra le realtà ecclesiali più vivaci
Notarstefano, “il percorso sinodale è all’inizio di una lunga salita, e noi come associazione ci siamo dentro”
“Colgo un fermento positivo sulla scorta di quel ‘gareggiate nello stimarvi a vicenda’ a cui ci esorta san Paolo nella lettera ai Romani (Cfr.12,10). Rispetto, stima reciproca, collaborazione sincera e operosa, sono caratteristiche che rendono oggi l’Ac uno dei soggetti più vivaci nel panorama ecclesiale”. Lo ha affermato mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica durante l’omelia della celebrazione eucaristica che ha presieduto al Convegno dei presidenti diocesani e degli assistenti unitari di Ac tenutosi dal 18 al 20 ottobre a Sacrofano. “Se qualche anno addietro qualcuno poteva pensare che una certa modalità di organizzazione associativa, tesseramento e democraticità, fossero retaggio del passato, oggi – ha ammonito – è proprio la spinta innovativa della sinodalità, che sta guidando il rinnovamento della Chiesa, a far recuperare dinamiche che per noi sono da sempre costitutive e familiari”. Poi l’invito a riflettere sul rapporto con l’ambizione e la responsabilità. “Com’è la situazione in Azione Cattolica? Corriamo il rischio anche noi di cercare posizione e riconoscimenti o di essere attaccati a ruoli e compiti che possono darci visibilità e un qualche potere? Sinceramente, in questi mesi ho visto solo una incredibile gara per essere a servizio gli uni degli altri”. Infine l’invito, ai laici di Ac, ad “andare”, a “prendere il largo” proprio nella domenica in cui si è celebrata la Giornata missionaria mondiale.
“Ce ne andiamo da questo convegno con la prospettiva biblica: ‘Voi stessi date loro da mangiare’. Ce ne andiamo più affamati e assetati”. Così Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica ha aperto il suo intervento conclusivo al Convegno dei presidenti diocesani e degli assistenti unitari di Ac a Sacrofano. “Nella nostra associazione l’agenda è sintonizzata sulle grandi questioni della vita del Paese e delle persone. Siamo dentro il cambiamento d’epoca”. Il bisogno di camminare insieme, di essere sinodali è sempre al centro. “Noi abbiamo bisogno di lavorare con gli altri, vogliamo essere un’Ac che tiene insieme. Il Sinodo ci ha messo nella prospettiva di ripensare il nostro modo di essere Ac nell’ottica della sfida di una Chiesa che deve essere missionaria, andando a scoprire le opere che oggi lo Spirito sta compiendo. Noi vogliamo essere dentro questa complessità. Il percorso sinodale è all’inizio di una lunga salita, e noi vogliamo esserci”. Ai presidenti diocesani ha chiesto “di non perdere nessuno di quelli che Lui ci ha dato”. “Prendiamoci cura della promozione dei talenti delle persone perché siano felici, perché riconoscano l’Ac come uno spazio per fiorire”. Poi ha aggiunto: “Ringraziamo il Papa per il messaggio inaspettato che ci ha inviato. Il tema delle migrazioni, della pace e della democrazia è la grande questione sul futuro, sul Paese che vogliamo. Dovremmo essere per primi quelli che prendono sul serio la questione dell’accoglienza”.