Azione cattolica
Azione Cattolica: eletto il nuovo Consiglio nazionale
Sarà in carica per il triennio 2024-2027. Messaggio alla Chiesa e al Paese, “desideriamo riprendere il largo con fede e coraggio”. Mons. Giuliodori (assistente generale), “Giubileo sarà occasione per ripensarsi ed essere più conformi al disegno di Dio”
Ieri, a conclusione della XVIII Assemblea nazionale di Azione Cattolica a Sacrofano, sono stati proclamati i nomi dei 21 consiglieri nazionali eletti per il triennio 2024-2027.
A votare sono stati più di 650 delegati dalle associazioni diocesane di tutta Italia. Per il Settore Adulti sono stati eletti: Paola Fratini, da Fiesole, già vicepresidente per il Settore nel triennio appena concluso, Dalila Ardito, dalla diocesi di Trapani, Angela Paparella, dalla diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Donatella Broccoli, da Bologna, Fabio Dovis, da Torino, Enrico Michetti, da Avezzano, Francesco Verdana, dalla diocesi di Belluno-Feltre. Per il Settore Giovani sono stati eletti: Emanuela Gitto, dalla diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, e Lorenzo Zardi da Imola, già vicepresidenti per il Settore, Silvia Orlandini, dalla diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato, Sofia Livieri di Padova, Martina Sardo di Agrigento, Giovanni Boriotti di Pavia e Marco Pio d’Elia della diocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Per l’Azione Cattolica dei Ragazzi gli eletti sono: Claudia D’Angelo, di Avezzano, Valentina Fanella di Latina, Chiara Basei di Vittorio Veneto, Giuseppe Telesca di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, Alberto Macchiavello, di Genova, Lorenzo Felici di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, Michele Romano di Nola.
“L’Ac desidera vivere e contribuire a un Paese che sia davvero a braccia aperte”: lo scrive la Presidenza nazionale uscente dell’Azione Cattolica, nel messaggio alla Chiesa e al Paese letto a conclusione della XVIII Assemblea elettiva. “Vogliamo impegnarci a custodire la democrazia nella bellezza di un confronto paziente e a promuovere la partecipazione in ogni sua forma – continua il messaggio –. Un Paese ‘a braccia aperte’ non può ignorare la necessità di riscoprirsi accogliente e capace di integrazione; pertanto, crediamo che sia indispensabile continuare a lavorare perché l’Europa, memore delle sue radici ebraico-cristiane, apra le sue braccia”. Nel messaggio un’ulteriore sottolineatura: “Siamo consapevoli che una buona vita democratica è il primo e fondamentale passo per costruire la pace giusta e duratura”. L’Ac, però, desidera anche “camminare in una Chiesa a braccia aperte. Sentiamo una profonda gratitudine verso questo appassionato tempo di rinnovamento: il Sinodo costituisce una postura generativa, attraverso la quale il cambiamento si sogna insieme, si costruisce con lo Spirito Santo e si vive nella comunione”. In conclusione “desideriamo riprendere il largo con fede e coraggio a servizio del Paese e della Chiesa, prendendoci cura degli ultimi e di chi si sente in difficoltà e in una qualsiasi forma di povertà. D’altro canto, le braccia aperte sono la premessa delle mani impegnate e sporche; infatti ‘non serve a nulla avere le mani pulite se si tengono in tasca’!”.
“Ci prepariamo a vivere il Giubileo, un momento importante nel cammino della Chiesa, e l’Ac sarà pienamente dentro questo percorso. Sarà un’occasione per riflettere su ciò che siamo, per essere sempre più conformi al disegno di Dio”. E’ quanto ha sottolineato l’assistente ecclesiastico generale dell’Ac, mons. Claudio Giuliodori. “Il 2025 segna una tappa importante, – ha continuato – all’interno di un periodo che è scandito dalla riflessione sinodale. Il Giubileo arriva a rafforzare e rilanciare il Sinodo, perché il Papa ci ricorda continuamente che la sinodalità nella Chiesa è l’anima, l’essenza dell’esperienza cristiana”. L’Anno Santo “è il tempo in cui riprendiamo coscienza che tutto è continuamente rinnovato dallo Spirito. Ecco, il Giubileo è un momento in cui si allenta la presa sulla storia, per lasciare che sia il Signore a ritornare a essere primo protagonista, e questo comporterà un rinnovato impegno da parte di tutti noi”. Tornando sul ruolo dell’Azione Cattolica nell’esperienza dell’anno giubilare, mons. Giuliodori ha aggiunto che “per l’Ac significherà partecipare ed essere sempre più sinodale, rimettersi in discussione e accettare, anche alla luce di quello che emergerà dal Sinodo, di rivedere il proprio impegno, la propria missionarietà, il modo di vivere la santificazione”.