Fiesole

Avvento di Fraternità: raccolta per una scuola in Benin

DI SIMONE PITOSSILa diocesi di Fiesole per il Benin. È verso questo piccolo paese africano che la chiesa diocesana volge lo sguardo in questo periodo di preparazione al Natale. In particolare questa domenica, 13 dicembre, dedicata alla celebrazione e alla raccolta dell’Avvento di Fraternità. «Il nuovo anno liturgico che sta per iniziare – spiega don Paolo Dei, direttore della Caritas – come ogni anno ci vede subito coinvolti nell’attenzione particolare che tutta la Chiesa e quindi anche ogni singola parrocchia è chiamata ad avere verso coloro nei quali “si incarna” Gesù povero e sofferente. Questo è il tempo che vede la Caritas Diocesana particolarmente impegnata a coinvolgere tutti in questa attenzione». La terza domenica di Avvento è quest’anno dedicata al progetto di costruzione della scuola cattolica «Pape Jean-Paul II» a Parakuo nella repubblica del Benin guidato dall’Associazione «Gruope Envol Afrique» che ha sede a Firenze e di cui è responsabile don Romain Atekou, vicario parrocchiale a San Bernardino a Borgunto (Fiesole). «Un progetto – spiega don Atekou – che ha come obbiettivo di creare un nuovo tipo di scuola, con maestri nuovi, ben formati che diffonda una nuova etica, quella del bene comune capace di generare leaders che abbiano a cuore, non più il proprio benessere, ma il benessere e lo sviluppo di tutti dopo lo sfascio che il regime marxista ha lasciato e la contaminazione che ancora ha nella giovane democrazia. Una scuola creata in una zona periferica lontano dal caos e dallo spirito truffaldino delle capitali, sedi di varie attività denominate business».L’associazione «Groupe Envol Afrique» nasce nel marzo 2009 per dare concretezza ai progetti che da anni venivavo portati avanti in Benin dai soci fondatori della suddetta Associazione. «L’esigenza di costituire una associazione di volontariato – continua il sacerdote – si è sentita via via che gli interventi sono diventati più importanti e hanno coinvolto un maggior numero di persone ed associazioni amiche». Questa della diocesi e altre iniziative «ci danno la speranza di trovare la spinta finale affichè il ponte di solidarietà che stiamo costruendo tra l’Italia ed il Benin cominci ad avere fondamenta molto più stabili». «Siamo convinti che per aiutare veramente questa popolazione, come del resto le altre dei paesi emergenti, – prosegue – si debba cercare di fornire loro gli strumenti per sviluppare una economia locale ad oggi praticamente inesistente. I nostri progetti vanno quindi in questa direzione: costruire infrastrutture o aiutare loro a farlo, e insegnare alla popolazione come usufruirne al meglio».Alcuni progetti hanno già visto la luce. In particolare, sempre a Parakou è stato realizzato un ambulatorio di primo soccorso con annesso uno studio dentistico per fornire alla popolazione un’assistenza sanitaria che a loro non è assicurata. «In Benin, infatti, – spiega don Atkou – qualunque intervento medico è a pagamento, e questo mette spesso le persone nella impossibilità di accedere alle strutture sanitarie e quindi di curarsi. Visto la precaria situazione igienico-sanitaria della zona, ci è sembrato prioritario interessarsi come primo di questo problema. Abbiamo fatto un primo viaggio nel gennaio scorso, grazie al quale un gruppo di dieci volontari, tra i quali quattro medici, hanno rifornito di strumenti e farmaci l’ambulatorio e hanno iniziato le prime visite a chi ne aveva bisogno. La popolazione ha risposto con entusiasmo all’iniziativa e in una sola settimana sono state visitate circa 600 persone. Questo ci ha incoraggiato ad andare avanti e ad impegnarsi ad organizzare con regolarità soggiorni di volontari presso l’ambulatorio.Nel maggio scorso abbiamo spedito un container riempito di farmaci e strumenti medici ed odontoiatrici, grazie all’aiuto di tanti amici ed associazioni generose, che ci permetteranno di rifornire l’ambulatorio e di ampliare la possibilità di interventi nello stesso. Al momento – conclude il sacerdote – l’ambulatorio è gestito da un infermiere specializzato è strato istruito durante il nostro soggiorno, ma il nostro obiettivo sarebbe quello di “adottare” un medico del posto, fornendogli un adeguato stipendio mensile, il quale gratuitamente possa offrire cure ed assistenza medica gratuita alla popolazione». E ora c’è la nuova impresa: la scuola cattolica.INFORMAZIONI. A supporto di questa giornata e per sensibilizzare la comunità ai temi della povertà anche quest’anno troverete presso la Caritas il manifesto, un opuscolo per le famiglie, un album per la catechesi e alcune scatoline salvadanaio per i bambini. Chi avesse bisogno di ulteriore materiale può ordinarlo alla libreria La Parola. Ricordiamo che il ricavato della giornata andrà inviato tramite c.c.p. 30664502 intestato a CARITAS DIOCESANA c/o Curia Vescovile 50014 Fiesole (FI) con la causale «Scuola Cattolica nel Benin» scritta sul davanti del bollettino.