Chi diffama si curi delle smentite. A chiederlo è il direttore di AvvenireDino Boffo che dedica sulla edizione del quotidiano di oggi le ultime tre pagine, quelle di solito riservate “al dialogo schietto e trasparente con i lettori”, alla vicenda sollevata nei giorni scorsi da Il Giornale. A pagina 31, Boffo firma un breve testo dal titolo Feltri spieghi perché dal suo Giornale è sparito il foglio B. In pagina sono pubblicate le fotografie del Certificato del casellario giudiziale e quella della cosiddetta “informativa” pubblicata, dal Corriere della Sera, ma non dal Giornale di Feltri. Una “lettera anonima”, la definisce Boffo, che “mai avrei creduto” di dover pubblicare. Un atto che però, vista la situazione, considera oggi “inevitabile”, anche se “solo l’idea di trascriverla a me e ai miei colleghi fa ribrezzo”. “Bisogna- aggiunge subito dopo il direttore – che i lettori di Avvenire sappiano che cosa è in realtà la ‘sentenza giudiziaria’ maneggiata come un manganello” da Vittorio Feltri: “uno sconclusionato e sgrammaticato distillato di falsità e di puro veleno costruito a tavolino per diffamare”. Ma i fatti già parlano: ieri un gip ha fatto chiarezza, confermando ufficialmente che non c’è alcun riferimento a inclinazioni sessuali’ tra gli atti giudiziari di Terni. Ma chi diffama si cura delle smentite?.SirI documenti pubblicati da Avvenire