La fondazione dell’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze – originariamente “Compagnia” – risale al 1244 per rispondere, in assenza di uno stato sociale, ai bisogni di una società urbana in forte espansione, nella quale chi non era incardinato in un solido contesto sociale, laico o religioso, rischiava l’emarginazione e la conseguente indigenza fisica e psicologica. I padri fondatori posero per questo al centro della loro missione strategie di soccorso e sostegno ispirate alle evangeliche sette opere di misericordia corporale (Dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; alloggiare i forestieri; visitare gli infermi; visitare i carcerati; seppellire i morti).Fra i documenti esposti, anche la stampa contenuta nel volume Istoria dell’oratorio e della Venerabile Arciconfraternita di Santa Maria della Misericordia della città di Firenze, l’edizione aggiornata di un volume del 1779 scritta dal giornante a riposo Placido Landini, contente la storia e le tradizioni della Misericordia di Firenze. Nel 1843 l’abate Pietro Pillori dette alle stampe una versione accresciuta e corretta e con note illustrate del testo del Landini, arricchendola con incisioni acquerellate atte a rappresentare “momenti d’arte e i preziosi dell’Istituzione”. Undici delle ventitré stampe riguardano il ciclo pittorico raffigurante episodi di vita di San Tobia, patriarca dei poveri e primo patrono della Misericordia, commissionato dai Capitani negli anni 1604-1632 a vari artisti fiorentini. Dipinti a forma di lunetta ordinati per ornare l’Oratorio, nel 1780 furono staccati, modificati e spostati in altra sede. L’operazione causò la perdita di alcune tele, fra le quali proprio quella di San Tobia che dà da mangiare agli affamati. La stampa in mostra è quindi l’unica testimonianza rimasta del quadro e riveste un ruolo prezioso.L’esposizione si completa di alcuni documenti del “Comitato pane” creato alla fine dell’Ottocento su iniziativa della Società di Mutuo Soccorso – organizzazione nata fra i giornanti del Sodalizio con scopi essenzialmente mutualistici – con l’intento di fornire pane e altri alimenti ai bisognosi soprattutto in momenti di emergenza politica o ambientale. Periodo di accentuata attività del Comitato si concretizzò durante i due conflitti mondiali, nel corso dei quali operava di concerto con altre associazioni per raccogliere denaro da destinare all’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità.Già dal Trecento erano stabiliti, con regolarità, stanziamenti per l’acquisto di cibo da distribuire agli indigenti, grano e pane in primis. Se già in tempi ordinari gli affamati rappresentavano una costante preoccupazione, ancor di più lo erano nei momenti di emergenza sanitaria, in particolar modo in tempi di peste. Durante le epidemie la reazione dei governanti era di “chiusura”: le porte della città, le attività del mercato, le porte delle abitazioni, con conseguente impossibilità di procurarsi cibo. I Fratelli della Misericordia, autorizzati dagli Ufficiali di Sanità, decisero di presidiare il territorio urbano e di portare, casa per casa, soccorso e cibo. Nella mostra sono esposti alcuni elenchi di fornitori a cui il Sodalizio si rivolgeva (Simone oste, Mariotto pollaiolo, Domenico pizzicagnolo, ecc.) e gli ordini dei più necessari alimenti: pane, cacio, pollo, carne, uova, vino e aceto utilizzato come disinfettante.L’esposizione si completa con una proiezione di fotografie, di varie epoche, relative al momento della benedizione e della distribuzione dei tradizionali “panellini” di San Sebastiano che, dagli inizi del Cinquecento, la Misericordia dona ai propri ascritti e ai fiorentini in occasione della festa patronale del 20 gennaio.“La Misericordia racconta la storia della città di Firenze, da sempre siamo al fianco dei fiorentini, dei bisognosi e delle istituzioni – dice il Provveditore della Misericordia di Firenze, Giovangualberto Basetti Sani -. Con questa prima mostra vogliamo raccontare proprio questa storia, questo legame con la città che è racchiuso nel nostro Archivio storico che conserva un patrimonio unico nel suo genere. Oggi l’opera di misericordia “dare da mangiare agli affamati” continua a essere svolto dal Servizio Aiuto Alimentare della Misericordia di Firenze con i suoi due punti di distribuzione gratuita “Le dodici ceste” e la consegna di pacchi alimentari a domicilio”.“La straordinaria ricchezza artistica e l’altrettanto straordinaria ricchezza umana di Firenze, l’una che guarda all’eccellenza delle arti e l’altra che ha a cuore i più derelitti della società, sono da sempre due caratteristiche inscindibili della città – dice l’Assessore alla Cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi -. Poche mostre riescono a tenere insieme questi due aspetti ed è un vero piacere inaugurare una di queste, in un luogo che è un piccolo scrigno che racconta la storia della Firenze solidale con i più deboli, vera capitale dell’Umanesimo. Grazie alla Misericordia per questa generosa e lodevole intuizione espositiva”.Il Museo della Misericordia di Firenze, inaugurato il 20 gennaio 2016 in occasione dei festeggiamenti del patrono dell’Arciconfraternita di piazza Duomo San Sebastiano, è aperto tutti i giorni dalle ore 9 alle ore 17.