Papa Francesco

Autobiografia: papa Francesco, “in Iraq scampai a un duplice attentato”

“Spera” è il titolo del volume, scritto con Carlo Musso, che uscirà il 14 gennaio per Mondadori

Papa Francesco (Foto archivio Agensir)

Durante il suo viaggio in Iraq nel 2021, il Papa è scampato ad un duplice attentato. È quanto trapela da una anticipazione dell’autobiografia di Papa Francesco, “Spera”, scritta con Carlo Musso, che uscirà il 14 gennaio per Mondadori. “Mi era stato sconsigliato quasi da tutti quel viaggio che sarebbe stato il primo di un pontefice nella cerniera mediorientale devastata da violenze estremiste e profanazioni jihadiste, – ricorda Papa Francesco nell’anticipazione diffusa dal Corriere della Sera nel giorno del suo 88° compleanno: “il Covid-19 non aveva ancora allentato del tutto la sua morsa, pure il nunzio in quel Paese, monsignor Mitja Leskovar, era appena risultato positivo al virus e, soprattutto, ogni fonte evidenziava altissimi profili di rischio per la sicurezza, tanto che attentati sanguinosi avevano funestato perfino la vigilia della partenza. Ma io volevo andare fino in fondo. Sentivo che dovevo”.

La polizia, racconta inoltre Francesco, “aveva avvisato la Gendarmeria vaticana di un’informativa giunta dai servizi segreti inglesi: una donna imbottita di esplosivo, una giovane kamikaze, si stava dirigendo a Mosul per farsi esplodere durante la visita papale. E anche un furgone era partito a tutta velocità con il medesimo intento. Il viaggio proseguì. Dopo la visita a Mosul domandai alla Gendarmeria che cosa si sapeva sui due attentatori, il comandante mi rispose laconicamente: ‘Non ci sono più’. La polizia irachena li aveva intercettati, e fatti esplodere. Anche questo mi ha colpito molto. Anche questo era il frutto avvelenato della guerra”.

In un’altra anticipazione dell’intervista rilasciata a Repubblica, il Papa racconta la sua infanzia nel barrio Flores di Buenos Aires, dove laici e sacerdoti come padre Pepe “vivono e testimoniano il Vangelo ogni giorno, tra gli scartati di un’economia che uccide. Chi dice che la religione è l’oppio dei popoli – scrive Bergoglio -, un rassicurante racconto per alienare le persone, farebbe bene a farsi prima un giro nelle villas: vedrebbe come, grazie alla fede e a quell’impegno pastorale e civile, sono progredite in modo impensabile, pur tra enormi difficoltà. Farebbe esperienza anche di una grande ricchezza culturale. Toccherebbe con mano che, proprio come la fede, ogni servizio è sempre un incontro, e che siamo noi soprattutto che dai poveri possiamo molto imparare”.