Mondo

Attentato Egitto: Monteduro (Acs-Italia), «rispondiamo formando 400 ragazzi cristiani ad Alessandria d’Egitto»

Un «Programma di formazione spirituale della gioventù 2017» per rispondere agli attacchi contro i cristiani in Egitto. A sostenerlo è Aiuto alla Chiesa che soffre-Italia (Acs) che in tal modo si affianca al Patriarcato copto cattolico di Alessandria d’Egitto, che nel suo «Diakonia Development Center» ha programmato per l’anno in corso una serie di incontri, seminari, conferenze e workshops indirizzati a 400 giovani laici.

«La formazione prevista dal Programma, diretta a prepararli alle loro future attività nel contesto sociale e in ambito ecclesiale – afferma il direttore di Acs, Alessandro Monteduro – consentirà loro di diventare cittadini responsabili e cristiani consapevoli. È un esempio di come si possa rispondere cristianamente a chi è impegnato a trasmettere un’ideologia di morte alle nuove leve del terrorismo jihadista».

Per Monteduro «È da accogliere positivamente il fatto che il presidente Al-Sisi abbia dichiarato lo stato di emergenza. L’auspicio è che ciò possa garantire una maggiore sicurezza per la popolazione, sia cristiana sia musulmana, a meno di venti giorni dalla visita di Papa Francesco». 

Quanto ai possibili obiettivi che perseguivano gli attentatori e i loro mandanti per Acs-Italia «la prima possibile causa è la persecuzione religiosa. Gli attentati infatti si verificano prevalentemente in coincidenza dei tempi liturgicamente forti: la strage verificatasi nella cattedrale di Abbasseya, al Cairo, pochi giorni prima dello scorso Natale, e ora quella della Domenica delle Palme, a ridosso della Pasqua. Se questa fosse la principale causa, allora si dovrebbe parlare di vero e proprio odio alla fede. La seconda chiave di lettura – prosegue Acs – è quella prevalentemente politica: dal 2013 i gruppi estremisti musulmani accusano la comunità cristiana di aver contribuito in maniera decisiva alla caduta di Morsi; dunque gli attentati di ieri come un’ulteriore forma di vendetta. La terza chiave di lettura, qualora sia accertata la responsabilità dell’ISIS, potrebbe essere ricondotta alla necessità del cosiddetto Stato Islamico di dimostrare la propria vitalità mentre viene ridimensionato in altre aree mediorientali come l’Iraq e la Siria».