Mohamed Merah è morto. Il giovane di origine algerina accusato di essere il killer della strage alla scuola ebraica, è stato ucciso nel blitz delle teste di cuoio, entrate nell’appartamento nel quartiere residenziale di Côte Pavée, dopo oltre 30 ore di assedio. L’assedio è terminato questa mattina dopo uno scontro a fuoco ripreso dalle telecamere che rilanciavano il suono delle mitragliatrici. L’ultimo contatto con l’attentatore era avvenuto ieri sera e la polizia aveva compreso che l’uomo era estremamente pericoloso e che non si sarebbe arreso. Questo ha portato le forze dell’ordine a decidere, questa mattina presto, per il blitz: l’uomo stava aspettando gli agenti nascosto in bagno. Quando sono entrati, ha cominciato a sparare con le numerose armi ancora in suo possesso. Poi ha tentato di scappare buttandosi dalla finestra e continuando a fare fuoco. Il suo cadavere è stato recuperato all’esterno. «Non c’è nulla che possa dare delle giustificazioni, nessuna causa che possa spiegare simili gesti. Nessuna ragione potrà mai giustificare la morte di quei bambini. Siamo di fronte ad una follia furiosa e irragionevole». Così mons. Michel Dubost, vescovo di Evry-Corbeil-Essonnes e presidente del Consiglio per le relazioni interreligiose della Conferenza episcopale francese, commenta a Sir Europa l’epilogo tragico dell’attentatore di Tolosa. Ed aggiunge: Credo che non bisogni oggi cercare delle spiegazioni a questi gesti, spiegazioni che possono in qualche modo giustificare atti insensati che sono il segno del male nell’umanità. Raggiunto telefonicamente subito dopo il blitz delle teste di cuoio francesi nella casa dell’attentatore, il vescovo dice: non gioirò mai per la morte di qualcuno, sono tuttavia contento che la popolazione sia stata liberata. Avrei preferito che questo uomo fosse stato arrestato e che avesse potuto rispondere dei suoi atti. Si era completamente chiuso nelle sue certezze omicide.Il vescovo oggi vuole ricordare le vittime di Tolosa: Le persone che sono state assassinate erano francesi dice – ed erano cattolici, altri musulmani, altri ebrei. Nei giorni scorsi il vescovo aveva affermato che la fraternità è la sola risposta di fronte al crimine. Penso aggiunge oggi al Sir – che questo appello corrisponda a quanto hanno affermato in questi giorni i miei fratelli ebrei e musulmani. È proprio in questi momenti di dolore che bisogna mostrare che è possibile vivere insieme non gli accanto agli altri, ma gli uni con altri. (Sir)