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Attacco in Congo: mons. Fontana, “la testimonianza cristiana ha sempre accompagnato l’attività diplomatica di Attanasio”
“Confidiamo che la morte del capomissione italiano porti con sé un sempre maggior coinvolgimento del nostro Governo, insieme all’Unione europea, per non ignorare le sofferenze dell’Africa”. Lo ha detto l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, mons. Riccardo Fontana, nell’omelia della messa, celebrata ieri in cattedrale, in suffragio dell’ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro compagno di viaggio, l’autista Mustapha Milambo, morti nella Repubblica democratica del Congo, mentre assicuravano aiuti alimentari, in una missione Onu, a quanti in Africa sono provati dalla carestia.
Alla Messa erano presenti i sacerdoti di origine africana che prestano servizio in diocesi e varie Autorità locali e, compatibilmente con le ristrettezze numeriche dovute al contenimento dell’emergenza sanitaria, anche alcuni rappresentanti della comunità congolese in Arezzo. Il vescovo, nella sua omelia, ha riferito che “questa Assemblea straordinaria è stata convocata dai cristiani nostri amici venuti da varie nazioni in terra africana, ormai pienamente inseriti nella Chiesa aretina. Sono molto addolorati per quanto è avvenuto nei giorni scorsi”. La loro richiesta al vescovo è stata quella di “pregare insieme per le vittime del vile attentato, ma anche di dire ad alta voce con loro il significato simbolico di quanto è avvenuto”. “L’Italia, attraverso la sua Rappresentanza diplomatica, si è fatta garante che gli aiuti destinati a chi sta morendo di fame arrivassero a destinazione – ha aggiunto il presule –. Questo fatto ha un oggettivo valore umanitario, che va perfino oltre l’eroismo di chi lo ha messo in atto. Di per sé è una testimonianza di come davvero l’Italia voglia farsi carico dei problemi gravi del continente accanto al nostro e delle sofferenze di quelle popolazioni. La collaborazione internazionale può cambiare attitudine e trovare i modi giusti per favorire finalmente lo sviluppo e il benessere di quei popoli, ben capaci di guidare, essi stessi, la loro storia”.
E ancora: “Il sacrificio dell’Ambasciatore, che ha affrontato con consapevolezza professionale il rischio, testimonia il suo patrimonio di valori che, in quanto persona, rappresentano tutti i cattolici italiani e, per il ruolo istituzionale che ha ricoperto, la nostra intera Repubblica”. Infine, il ricordo della “testimonianza cristiana che ha sempre accompagnato l’attività diplomatica di Attanasio, come rammentato a più riprese dalle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, presenti nella Repubblica democratica del Congo”. Prima dell’inizio della messa è stata ascoltata la testimonianza di Chiara Castellani, medico e missionaria laica, sull’ambasciatore Luca Attanasio e sul suo spiccato e cristiano senso di servizio.