Toscana
Attacco alla Libia (marzo 2011)
MONS. MENNINI (NUNZIO GB), IMPORTANTE MEDIAZIONE UNIONE AFRICANA
VICARIO DI TRIPOLI: LA VIA DELLA PACE PASSA PER L’UNIONE AFRICANA; VITTIME TRA I CIVILI PER I RAID
(ASCA) – Roma, 21 marzo – Arriva al suo terzo giorno l’intervento militare ‘Odyssey Dawn’ (Odissea all’alba) contro il regime libico di Muammar Gheddafi: in azione, oltre agli aerei Usa, britannici e francesi, anche i primi Tornado italiani. A quanto si apprende, nelle ultime ore parti del bunker di Gheddafi a Tripoli sono state distrutte dai raid della coalizione internazionale. Proprio ieri, dopo l’annuncio del ‘cessate il fuoco’ da parte delle forze armate libiche, il rais è intervenuto nuovamente alla televisione di stato minacciando le truppe internazionali.
“La nostra terra sarà un inferno per voi. Siete barbari, terroristi, mostri, nazisti, non lasceremo la nostra terra. Tutto il popolo libico è in armi. Siamo pronti a una guerra lunga, volete solo il nostro petrolio”, ha detto Gheddafi in un discorso trasmesso anche da Al Jazeera e Al Arabiya.
Il capo degli stati maggiori riuniti Usa, Mike Mullen, ha tuttavia precisato che la risoluzione 1973, firmata dal Consiglio di sicurezza Onu, “non è finalizzata ad un rovesciamento del regime” libico e che “esiste la possibilità di uno stallo” che potrebbe lasciare Gheddafi “al potere”. L’ammiraglio ha anche negato la notizia diffusa dalla televisione di stato secondo cui circa “60 civili sono morti” nel corso degli attacchi sferrati dalle truppe internazionali.
I sei caccia Tornado dell’Aeronautica Militare decollati dall’aeroporto di Trapani Birgi ieri sera per condurre operazioni sul territorio libico “sono rientrati nella base siciliana”, si legge in una nota dello Stato Maggiore Difesa. Mentre caccia francesi hanno bombardato diversi mezzi militari e il Pentagono ha fatto sapere che un totale di 110 missili da crociera Tomahawk sono stati lanciati da unità americane, insieme a quelle britanniche. I razzi, precisano fonti militari citate dalla Reuters, hanno colpito “20 dei 22 obiettivi pianificati”, provocando “danni di diversa entità”.
La tv Al Arabiya ha anche annunciato che vicino alla residenza di Gheddafi, a Bab al-Azizia a Tripoli, si è vista levare una lunga colonna di fumo. Giunta poi la notizia di un rimorchiatore italiano trattenuto ieri alle 17 nel porto a Tripoli da uomini armati. La nave, con a bordo undici persone tra cui otto italiani, due indiani ed un ucraino, aveva sbarcato al porto di Tripoli personale libico dell’Eni. La società Augusta Offshore, prorietaria dell”imbarcazione, ha però fatto sapere che il mezzo ha già lasciato il porto della capitale, precisando che oltre agli 11 membri dell’equipaggio a bordo “sono salite persone che sostengono di dipendere dalle autorità portuali e militari libiche”. Intanto Russia e Cina hanno ribadito il proprio “rammarico” per i bombardamenti chiedendo di “cessare l’uso indiscriminato della forza”.
Anche la Lega Araba ha reso noto che “quanto sta accadendo è diverso da ciò che era stato chiesto alla comunità internazionale”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha invece dichiarato che l’Italia vuole “partecipare a questa nuova Libia che verrà dopo Gheddafi. Noi vogliamo condividere problemi, responsabilità”, ha detto il ministro intervenendo ieri in collegamento alla trasmissione di Mediaset ‘Domenica 5’. “Ma anche partecipare a questa nuova Libia che verrà dopo Gheddafi”. “Noi abbiamo più volte dimostrato solidarietà e amicizia al popolo libico – ha poi proseguito il titolare della Farnesina – e, evidentemente, di fronte agli attacchi forti e ai bombardamenti sulle città della Libia, non potevamo rimanere indifferenti, specialmente quando l’alleanza internazionale con le Nazioni Unite ha deciso di intervenire”.