“Alcune persone sono state uccise all’interno della chiesa – riferisce ad Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre) – mentre altre sono morte in ospedale o durante il tragitto in ambulanza. Per ora il bilancio è di 13 morti e 26 feriti”. Secondo monsignor Okeke, la tragedia è legata a questioni di carattere locale e non è in alcun modo da interpretarsi come di natura terroristica. “Non ho nessun elemento per pensare che dietro l’attacco vi sia Boko Haram o qualche altro gruppo. Non credo sia stato un attacco contro la Chiesa, ma che sia semplicemente avvenuto all’interno di una chiesa”. Ieri il vescovo ha visitato i feriti e le famiglie delle vittime in due diversi ospedali. “Ho incontrato ciascuno di loro e cercato di confortarli. Ho detto a tutti i miei fedeli di continuare ad avere fiducia in Dio. Episodi come questo possono accadere a chiunque e in qualsiasi momento. Noi possiamo soltanto lasciare tutto nelle mani di Dio e seguire la sua volontà”.L’attacco alla chiesa ha allarmato la comunità locale. Nel Sud della Nigeria, a maggioranza cristiana, non si registrano attentati di questo tipo. “Vi è grande preoccupazione, ma nonostante ciò alla messa che ieri ho celebrato nella chiesa di San Filippo sono venute molte persone”. Poco prima dell’inizio della celebrazione è giunto il telegramma di cordoglio di Papa Francesco. “Ero sorpreso, non mi aspettavo di ricevere un messaggio dal Santo Padre. L’ho letto immediatamente ai miei fedeli, i quali sono rimasti estremamente colpiti dalla vicinanza del Pontefice che ha donato loro conforto in un momento tanto tragico”. Ora monsignor Okeke è impegnato nell’organizzare gli aiuti per i feriti e le famiglie delle vittime e chiede il sostegno di tutti i cristiani del mondo. “Ma ancor prima chiediamo ai nostri fratelli nella fede di pregare: per noi, per le vittime e per gli attentatori stessi. È la prima cosa che chiediamo: preghiera, preghiera, preghiera”.