Opinioni & Commenti

Associazioni, un apostolato di qualità per essere incisivi

di Alberto MigoneIl pellegrinaggio-festa a Loreto è certamente un momento forte per l’Azione cattolica. Assume però pieno significato se si collega ad altri avvenimenti che hanno visto in questo scorcio d’estate il laicato protagonista: il Meeting di Rimini di Comunione e liberazione, giunto ormai alla venticinquesima edizione, che si conferma appuntamento di ampio respiro culturale; le Acli che celebrano il sessantesimo di fondazione, guardando al futuro; la Comunità di Sant’Egidio che, nello spirito di Assisi, promuove a Milano un incontro interreligioso. Sono percorsi che evidenziano diversità di sensibilità ed anche di spiritualità, senza però quelle contrapposizioni che hanno caratterizzato il passato. Forse sono state superate quelle «identità adolescenziali» che per affermarsi sembra debbano necessariamente contrapporsi. Se ne è colto il segno nella presenza a Rimini della presidente dell’Ac, ma alle spalle c’è tutto un cammino di maturazione che in questi anni associazioni e movimenti hanno fatto interpellati dalla priorità dell’oggi della Chiesa italiana che è l’evangelizzazione degli uomini e della cultura.È questo per tutti l’impegno unificante. Ad una condizione però: superare ogni genericismo apostolico e caratterizzarsi per lo specifico per realizzare quell’apostolato di qualità che solo incide.

L’Ac giunge a Loreto a conclusione di un lungo riflettere che, iniziato con l’Assemblea del 1998, ha portato alla revisione dello Statuto del 1969. Emerge così una chiara identità di servizio: la formazione dei laici «al senso e al servizio di Chiesa», più che a singoli compiti esclusivamente funzionali; l’evangelizzazione in stretta unione con la Gerarchia e il clero, in una collaborazione che non si lega mai a preferenze personali o a sintonie anche legittime; la diocesanità e il radicamento nella parrocchia, fondamentale per l’Associazione che ne determina o meno la vitalità e l’incisività; la presenza nelle varie realtà sociali, che per l’Ac deve sempre più caratterizzarsi per la grande libertà da schemi, schieramenti, persone per evitare ogni forma, anche apparente, di dipendenza o di allineamento che, nell’attuale situazione, finirebbe per togliere peso alla sua voce e le impedirebbe di essere quel luogo di incontro e di discernimento per i cattolici, ovunque politicamente collocati, che già il Convegno di Palermo auspicava.

In quest’ottica non ci è sembrato opportuno l’invito rivolto a Gianfranco Fini, anche perché suscita divisioni e polemiche che ne innescano altre su presenze politiche dal passato ugualmente ingombrante. E questo giova?Dopo Loreto dunque l’Azione cattolica riparte su sentieri ben tracciati. Ha con sé l’essenziale: il nuovo progetto formativo che la stimola e l’orienta; ha come compagni di viaggio i tre beati che il Papa proclamerà, che mostrano i prodigi di una formazione autentica; ha soprattutto il sigillo petrino che autentica ogni servizio di Chiesa.

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