Vita Chiesa
Assistenza agli anziani: verso un’intesa Cet-Regione
di Andrea Cuminatto
Si è riunita lunedì scorso, nel convento francescano di Monte alle Croci a Firenze, la Consulta regionale per la Pastorale della Sanità, presieduta dal vescovo di Massa Carrara Pontremoli Eugenio Binini; a coordinare i lavori l’icaricato regionale per la pastorale della salute, padre Renato Ghilardi.
Tra i vari punti all’ordine del giorno, è stato presentato il «Progetto Sinossi», un censimento delle opere socio-assistenziali e socio-sanitarie e (per la prima volta) anche delle opere sanitarie ecclesiali. Questo lavoro di presa in considerazione di tutte le strutture presenti sul territorio sta partendo adesso per la Toscana, ma è già stato completato per quanto riguarda le strutture fiorentine. Un lavoro lungo e difficile, ma sicuramente essenziale per avere un quadro di tutte le realtà a disposizione in questo campo; un impegno della Chiesa per guardare dentro se stessa e capire come essere il più possibile vicina alla gente. Solo così – con la consapevolezza di tutte le risorse disponibili – è possibile mobilitarle al meglio per i cittadini.
Per quanto concerne invece i rapporti tra Conferenza Episcopale Toscana e Regione Toscana, è stato presentato un documento preliminare per un protocollo di intesa. Il documento prevede di agevolare le istituzioni sanitarie non-profit e gli enti riconosciuti delle confessioni religiose – con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese – che operano nell’ambito di interventi e servizi sociali. L’intesa è volta soprattutto a favorire l’aiuto agli anziani tramite enti ecclesiali, parrocchie e associazioni, intervenendo nell’integrazione e potenziamento dei servizi presenti sul territorio. Il tutto per far in modo non solo di aiutare le persone anziane a ricevere le cure necessarie, ma anche per far sì che non si sentano sole, con il potenziamento – ad esempio – di centri per l’accoglienza diurna. «Credo che le istituzioni pubbliche che hanno il compito di occuparsi della sanità, ed in primo luogo la Regione – afferma a riguardo l’Assessore al diritto alla salute Enrico Rossi, che ha partecipato all’incontro – non possono non tener conto del fatto che la Chiesa è alla base della sanità in Toscana, che uno sia credente o meno. Gli ospedali d’altronde sono nati accanto alle chiese. Chi taglia le radici taglia anche la prospettiva del futuro, e le nostre radici sono queste, quindi è necessario tenere vivo un dibattito sui valori. Credo che una sensibilità religiosa dia più sostegno al fondamento della sanità, al rapporto fra chi ha bisogno e chi dà. Inoltre non si può negare che l’assistenza religiosa sia molto apprezzata dai cittadini, e ciò conferma che nel processo di cura non basta l’intervento medico, ma serve anche quest’aspetto spirituale».
Ed è per questi motivi che l’Assessore Rossi non solo ha risposto positivamente alla richiesta di aiuto fatta dalla Cet alla Regione, ma ha a sua volta chiesto al clero di fornire il più possibile una presenza forte e qualificata in tutti i centri sanitari. «Nell’ambito della sanità – spiega – trovo che avere come fine il profitto spesso non sia la cosa migliore per il cittadino. In questi casi infatti interessa sì la salute del cittadino, ma si mette comunque al primo posto il fine lucrativo. Per questo sono convinto che si debbano aiutare gli enti non-profit, che sia necessario considerarli come qualcosa di pubblico, e che serva farli integrare di più».