Toscana

Assistenza agli anziani, l’emergenza è vicina

di Ennio CicaliEssere anziani per molti non è un limite, anzi. Sono vitali, ottimisti, per molte aziende costituiscono un punto di riferimento per gli acquisti. Vivono in maggioranza con il coniuge e temono, più della morte, le malattie invalidanti e la perdita del convivente. Il motivo è presto detto: quando hanno bisogno di aiuto è solo la famiglia il punto di riferimento. L’assistenza è il punto dolente, l’incognita del futuro.

L’assistenza è un problema particolarmente grave per la Toscana. Infatti, mentre il numero degli anziani continua ad aumentare, le risorse messe a disposizione per le politiche socio-sanitario-assistenziali dedicate alla terza età sono diminuite negli ultimi anni, tanto che la «questione anziani» rischia di trasformarsi in pochi anni in una vera «emergenza anziani», se non sarà invertita rapidamente l’attuale tendenza.

Il quadro preoccupante emerge da una ricerca realizzata dall’Osservatorio sociosanitario della Fnp (la Federazione pensionati della Cisl) toscana e presentato nel corso di un convegno organizzato da Cisl e Fnp regionali cui hanno preso parte i principali soggetti attivi nelle politiche socio-sanitarie.

Dai dati emerge come la Toscana sia tra le regioni italiane più anziane: nel dicembre 2000 erano 782 mila 896 gli over 65 (22,1% della popolazione, a fronte di una media nazionale del 18,8%, dietro soltanto alla Liguria col 25% e all’Umbria col 22,3%), e tra questi ben 372 mila 037 sopra i 75 anni. Nel 2000 il bacino territoriale della Asl di Firenze era quello con più anziani (178 mila 697), Siena percentualmente la più vecchia (24,9% di over 65), Prato la più giovane (18,5%).

Gli anziani non autosufficienti sono già oggi oltre 156 mila, il 20% della popolazione con più di 65 anni. Di questi 22 mila 631 hanno bisogno di assistenza domiciliare integrata o di residenze per non autosufficienti.Il 6,9% (54 mila 170) richiede un’assistenza prevalentemente sociale a carattere quotidiano anche se non continuato, erogata dai centri diurni o di assistenza domiciliare. Un altro 10,2% degli over 65, pur essendo autosufficienti in molte attività, richiede un appoggio prevalentemente sociale (fare la spesa, riscuotere la pensione, spostarsi) come quello che possono offrire servizi di assistenza domiciliare a carattere sociale e residenze assistite non protette. La domanda di servizi espressa dai non autosufficienti è destinata a crescere nei prossimi anni, per effetto del processo di invecchiamento, che sarà particolarmente marcato in Toscana. A fronte di una domanda in crescita, i servizi offerti sembrano invece diminuire. I centri residenziali per anziani sono passati dai 65 del 1999 ai 56 del 2001. Diminuiscono, seppure di poco, anche le presenze complessive nei servizi residenziali, passando da 20.454 nel 1999 a 20.223 nel 2001. Cresce tra questi la quota di utenti non autosufficienti, che passano da 12 mila 802 nel 1999 a 13 mila 370 nel 2001

Il numero di assistiti dai servizi di assistenza domiciliare sociale scende dai 5.637 del 1997 ai 5.575 del 2001. Nello stesso lasso di tempo si riduce anche il numero di utenti che ricevono servizi di assistenza domiciliare integrata diretta, che passano da 4.963 a 3.171, mentre l’assistenza domiciliare indiretta è scesa da 4 mila 278 a 1.763 prestazioni.

Sul fronte delle risorse la ricerca evidenzia come dal 1998 al 2001 le entrate delle amministrazioni comunali sono aumentate da 8.442 a 9.199 miliardi di lire, ma la spesa sociale è scesa da 954,9 a 841,1 miliardi di lire. La spesa sanitaria, sempre nel quadriennio 1998-2001, ha avuto in Toscana un incremento del 33,2%: incremento dovuto ben più alla spesa farmaceutica (+65,6%) che a quella per l’assistenza ai non-autosufficienti (cresciuta solo del 27,4%), tanto che in termini di incidenza percentuale la spesa per l’assistenza ai non-autosufficienti è passata dal 3,2 al 2,89%.

«Abbiamo dato a suo tempo il nostro assenso agli obiettivi del nuovo Piano sociosanitario regionale – ha detto il segretario generale della Fnp toscana, Enzo Grazzini illustrando la ricerca – Ma, ad oltre un anno dall’approvazione, le cose non camminano come dovrebbero ed è per questo che chiediamo alla Regione ed agli enti locali di essere più determinati nella realizzazione dei piani». «I bilanci di Regione e comuni – prosegue il segretario Fnp – grazie alle imposizioni locali hanno avuto incrementi assai superiori ai tagli della Finanziaria nazionale ed ai livelli inflattivi, mentre ha regredito la spesa destinata al sociale». Per questo i pensionati Cisl della Toscana chiedono «il raddoppio in pochi anni delle risorse da destinare al finanziamento delle zone-distretto per l’assistenza e la creazione di un fondo regionale per la non autosufficienza».

D’accordo anche il segretario generale della Cisl toscana, Gianni Salvadori. «Un fondo – ha detto – che abbia entità tale da poter rispondere positivamente alla richiesta di assistenza della società toscana e che veda oltre all’intervento pubblico, l’impegno delle Fondazioni bancarie e anche forme di mutualità integrativa di sostegno». «La gestione del fondo – ha spiegato Salvadori – deve vedere la partecipazione attiva anche degli utenti, nonché di coloro che contribuiscono alla costituzione del fondo stesso».