Chiesa Italiana
Assemblea sinodale: “Gioia del confronto con tante sensibilità”
La conferenza stampa finale con Zuppi, Castellucci, Bulgarelli
“Abbiamo vissuto questi anni, sulla spinta delle indicazioni di papa Francesco, come un itinerario da costruire, abbiamo camminato con chi abbiamo trovato lungo la strada. Abbiamo iniziato con due anni di ascolto, c’era la necessità di farsi ferire dalle tante domande che troviamo per strada. Adesso la gioia di questo incontro, una bella assemblea con tante sensibilità, con un testo che sarà consegnato, che è frutto di tanta passione. Il fatto che la conclusione cada nella domenica dei poveri è un segno chiarissimo della Provvidenza”. Sono le parole del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nel briefing con i giornalisti al termine dell’Assemblea sinodale della Chiesa italiana. Tre giorni che hanno riunito mille delegati da tutte le diocesi d’Italia, che hanno visto laici (in maggioranza donne) religiosi e religiose, sacerdoti, vescovi e cardinali seduti insieme in cento tavoli per confrontarsi e condividere idee e proposte sul futuro della Chiesa.
“Difficile fare sintesi” ha spiegato il vescovo Erio Castellucci, vicepresidente della Cei e presidente del Comitato sinodale . “Da una parte – afferma – è emersa la consapevolezza che come Chiesa abbiamo tanti problemi ma anche tante risorse, è necessario avere uno sguardo positivo. Vedere i germi dello Spirito, i semi del Regno. Non ci sono stati piagnistei o nostalgie”. L’altro aspetto riguarda le prospettive: “Come muoversi? Userei l’immagine della dieta, c’è la necessità che si attui uno snellimento nella vita ecclesiale rispetto ad alcuni meccanismi come la guida delle comunità ecclesiali, il ruolo delle donne, lo snellimento delle strutture, la condivisione nelle decisioni. Il dialogo con la società non per conquistare spazi ma per aprire processi”. Castellucci ha parlato anche della richiesta di snellimento dei linguaggi, di ecclesialese da evitare. Sia nel linguaggio liturgico che in quello catechistico.
“Un testo, certo, sarà necessario – ha aggiunto – lo dovremo discutere e votare nella Seconda Assemblea sinodale e nella prossima Assemblea Generale della Cei; ovviamente non potrà contenere tutti i temi pastorali e sociali ma dovrà tenerli presenti, perché costituiscono l’orizzonte missionario sul quale si deve misurare la riforma delle nostre Chiese”. “Se a qualcuno sembra che gli argomenti proposti nelle schede siano troppo intra-ecclesiali è perché il Cammino sinodale si snoda su ciò che deve cambiare dentro la Chiesa, per poter camminare più speditamente con l’umanità del nostro tempo, cogliendo i frutti dello Spirito e annunciando il Vangelo di Gesù in maniera più snella”, ha spiegato Castellucci: “Il testo finale dunque non potrà essere un corposo manuale di temi pastorali, ma un tentativo di sbloccare alcune pesantezze che ora ci affliggono, perché siamo feriti dal peccato. Come tante volte ci siamo detti, e il Papa stesso ci ha rammentato fin dall’inizio, è l’esperienza sinodale a doversi incidere in maniera indelebile nelle nostre Chiese: stili e prassi sinodali sono e saranno i frutti più significativi di questo Cammino”.
Monsignor Valentino Bulgarelli, segretario del Comitato sinodale, ha parlato di “un clima bellissimo. Questo è il luogo in cui fu annunciato il Concilio Vaticano II, lo abbiamo sentito. Si coglie un lavoro che è avvenuto nelle Chiese locali, c’è un’abitudine al confronto, al dialogo”. Per il futuro, dice, “Alcune cose potranno essere messe in campo subito, altre andranno studiate, servono strumenti per affrontare situazioni nuove. Quello che stiamo vivendo è uno sviluppo dei Convegni ecclesiali nazionali, che rappresentano un patrimonio ricchissimo e un’eredità da raccogliere. Ci sono tante cose da recuperare, anche un po’ di passione nel fare la proposta cristiana”.