L’esperienza di fede ricordava a fine maggio Papa Benedetto XVI in ogni stagione storica è stata sorgente di civiltà, ha costruito ponti fra i popoli e ha arricchito il tessuto delle nostre città’. La vostra storia ne è un segno eloquente, che vi rende depositari di un capitale civile unico e vi impegna a farvi interpreti, nelle mutate situazioni, di quelle radici. Lo ha scritto questa mattina il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata, nel messaggio indirizzato al presidente di Confcooperative, Luigi Marino, in occasione dell’assemblea nazionale della confederazione che si sta svolgendo stamane a Roma presso il Palazzo della Cooperazione, in via Torino. Nel messaggio, mons. Crociata riprende un altro pensiero del Papa, formulato in occasione del centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia, quando ha esortato a recuperare le motivazioni originarie di quel vasto movimento cooperativistico di ispirazione cristiana che è stato animatore di una cultura della solidarietà e dello sviluppo economico. Il segretario della Cei ha quindi rilevato l’importanza sociale ed economica di Confcooperative, sottolineando un fatturato annuo di alcune decine di milioni espresso da 400 mila occupati in quasi 20 mila società, sulla cui base ha aggiunto potete presentarvi sul mercato senza alcun complesso di inferiorità.A rendervi centrali, più ancora del profitto, è la capacità di produrre valore sociale, che è attenzione alla persona, anche quella che fatica e per la quale diviene possibilità di riscatto; è patrimonio che appartiene all’intera comunità e che da una generazione si trasmette all’altra in maniera feconda e dinamica; è competenza diffusa, per un modo di fare impresa che sa assumere i toni di una sana managerialità, modulandoli nell’orizzonte del bene comune. Il segretario della Cei ha poi affermato che in un tempo nel quale un numero crescente di persone, specie giovani e donne, sono messe da parte dal sistema economico, quasi fossero superflue; in un tempo che, a dispetto delle attese, registra un aumento considerevole a livello globale delle disuguaglianze, con minoranze che legano la propria felicità essenzialmente al consumo, a scapito di livelli di sostenibilità sia ambientale che economica; il Movimento cooperativo ha la responsabilità di tornare a essere interprete di un cammino di sviluppo autenticamente umano, nel quale la crescita non sia misurata unicamente con il criterio della produzione. Concludendo, mons. Crociata ha esortato a continuare nella strada della collaborazione, quale contributo più significativo che potete assicurare al governo di questa stagione complessa e confusa.Sir