“La tradizione cristiana impregna a diversi livelli la cultura, la storia, la società italiana. In ragione di ciò non è da considerarsi religione civile’, in quanto la Chiesa non cessa di svolgere la sua missione, che consiste nell’annunciare il Vangelo: lo ha detto oggi durante la conferenza stampa alla fine dei lavori dell’assemblea della Cei, il segretario generale mons. Mariano Crociata. Il fatto che esistano parziali sintonie con alcuni che non sono parte integrante del gregge di Cristo’ non può che essere salutato positivamente ha poi aggiunto anche se bisogna riscontrare che taluni valori cristiani sono divenuti valori civili’, e non sono più riconosciuti né qualificati come valori cristiani, quali erano originariamente. Ha citato l’esempio della triade dei valori della rivoluzione francese che ha sottolineato nella loro lontana origine hanno sicuramente radici nella grande tradizione degli insegnamenti cristiani.Se proprio vogliamo parlare di questione morale, ieri come oggi in Italia di questioni morali ce ne sono tante: la nostra attenzione è tenerle vive tutte, non andando ad esprimere giudizi ad ogni piè sospinto su questo o su quell’altro. Con queste parole mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, ha risposto alla domanda di un giornalista, durante la conferenza stampa. Ognuno ha la propria coscienza, la propria capacità di giudizio, ha aggiunto mons. Crociata senza mai entrare nel merito di questioni specifiche: I principi della Chiesa sono chiari, e non da oggi; se vogliamo, possiamo applicarli in coscienza. Riferendosi inoltre al tema principale dell’assise episcopale, quello dell’educazione, il vescovo ha detto che il richiamo fatto dal presidente della Cei nella prolusione alla responsabilità degli adulti non può essere sottovalutato, perché ha un valore generale che è sotto gli occhi di tutti: non può essere evaso, strumentalizzato o piegato ad aspetti e circostanze di cronaca quotidiana. Il richiamo alla coerenza e alla responsabilità degli adulti è imprescindibile ha aggiunto il segretario generale della Cei e vale per tutti, indifferentemente dalla visibilità di ciascuno.A me personalmente non piacciono formule semplificative di realtà complesse, ha aggiunto mons. Crociata sempre a proposito della questione morale: Sappiamo bene come formule semplificatorie abbiano poi lasciato riemergere questioni non meno drammatiche. Per la Chiesa, invece, il compito educativo è un compito che coinvolge tutti, sia dal punto di vista degli agenti educatori che dal punto di vista del rapporto tra educatori ed educanti. Il ruolo degli adulti ha una consistenza e una portata specifica: l’educazione non è un compito che si svolge solo a parole. Il modello è quello che poi viene seguito dai giovani, e questo vale nella famiglia, nella scuola, nella Chiesa Si diventa persone adulte ripetendo gesti e interiorizzando modelli che si vedono. I giovani, è l’analisi del segretario generale della Cei, sono spesso scoraggiati a voler assumere un impegno positivo, nella loro crescita, da modelli ed esempi che distolgono ed allontanano. Gli adulti, da parte loro, scelgono le strade opposte dei richiami moralistici ai valori o al contrario del perseguire cinicamente interessi, obiettivi, noncuranti degli effetti indiretti che modelli e comportamenti producono.Sir