Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI: MONS. CORTI, LA CHIESA DEVE EDUCARE A UNA CULTURA DI PACE

In un anno, come il 2003, che “sul tema della pace è stato terribile, non soltanto per i disastri avvenuti, ma anche nei dibattiti che ne sono seguiti”, il “grande contributo” che la Chiesa deve dare “alla società italiana” è “offrire luoghi educativi alla pace, non soltanto mentre scoppia una guerra ma anche tra una guerra e l’altra”, distinguendo tra l’insegnamento della dottrina sociale della Chiesa e le “sensibilità particolari” in merito ai temi della pace e della guerra. Così mons. Renato Corti, vescovo di Novara e vicepresidente della Cei, nel corso della seconda conferenza stampa della 52a assemblea generale della Cei, che si concluderà domani ad Assisi. “I cristiani hanno molto bisogno di conoscere la dottrina sociale della Chiesa”, che “non può essere data per scontata” e va invece incrementata attraverso un “lavoro formativo permanente” su un “capitolo di fondamentale importanza per l’evangelizzazione”, come ricorda il Papa, che nei documenti e interventi più recenti “ha alzato il tono” su questa materia. “Educare a una cultura della pace coinvolgendo i giovani”: questo il compito individuato da Corti per la comunità cristiana, nella quale “sensibilità diverse” in tale ambito sono “ammissibili e anche inevitabili, e in quanto tali vanno accettate”, ma con il “limite” essenziale teso a far sì che “nessuno attribuisca a ciò che deriva da sensibilità particolari la valenza del magistero”. “E’ importante che l’opinabile politico-sociale non diventi motivo di divisione della comunità cristiana”, ha sottolineato il vicepresidente, soffermandosi sulla “logica” dei credenti come capacità di “recuperare ciò che è conforme al Vangelo, da qualunque parte venga”: l’esatto contrario di ciò che avviene spesso nei dibattiti politici, dove “tutti parlano e nessuno ascolta”.Sir