Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI: MONS. BETORI «È OPPORTUNO E GIUSTIFICATO OPERARE PER LA PACE» IN IRAQ

“La Cei non considera quella dell’Iraq di oggi una situazione di guerra, o ‘guerra ingiusta’, ma la situazione di dissoluzione di un Paese nella quale è bene che tutti coloro che vogliono operare per la pace offrano il loro contributo”. A riassumere la posizione dei vescovi italiani sull’Iraq, nel giorno in cui l’Italia è in lutto per i funerali delle 19 vittime di Nassiriya, è stato mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, nel corso della prima conferenza stampa della 52a Assemblea generale, in corso ad Assisi fino al 20 novembre.

“A prescindere dall’inizio – ha proseguito Betori – non ci sembra che questa sia un’azione di guerra. L’attuale situazione dell’Iraq è una situazione in cui è richiesta un’opera di pacificazione, di ordine e di ricostruzione del Paese”.

Rispondendo ai giornalisti in merito ad alcune presunte affermazioni “diffamatorie” del vescovo di Caserta, mons. Raffaele Nogaro, riportate da alcuni organi di stampa, Betori ha ricordato che Nogaro “ha smentito in maniera chiara di aver detto frasi offensive nei confronti delle vittime e delle forze armate. Del resto, stava celebrando una Messa in suffragio delle vittime e in atteggiamento di preghiera e vicinanza nei riguardi delle loro famiglie, frase questa che il vescovo ha detto all’inizio della celebrazione e ha ripetuto durante l’omelia”.

Mons. Nogaro, ha aggiunto il segretario generale della Cei, “ha sempre celebrato funzioni liturgiche per le forze armate, quando gli è stato richiesto, ed eventuali affermazioni che potrebbero sembrare offensive verso le vittime o le forze armate mi sembrano destituite di ogni fondamento”. Quelle di Nogaro, dunque, “non sono parole né contro le vittime, né contro le forze armate”, e quello del vescovo di Caserta, ha concluso Betori, è “un giudizio personale e del tutto lecito, anche se opinabile”, sulla “situazione dell’Iraq giudicata come situazione di guerra”.

In Iraq, ha concluso mons. Betori sintetizzando la posizione della Chiesa italiana sull’Iraq, nel corso della conferenza stampa, “non esiste una situazione di guerra ingiusta, ma una situazione in cui è opportuno e giustificato operare per la pace, il che comporta anche creare condizioni di ordine”.

In merito al “multilateralismo”, il segretario generale della Cei ha osservato: “I Paesi che credono alla loro responsabilità nei confronti della costruzione della pace nel mondo, non possono tirarsi indietro rispetto a ciò che questo compito richiede”, nel quadro dell'”azione pacificatrice” svolta dall’Onu nei vari “contesti di guerra nel mondo”, “da sempre” invocata e sostenuta dalla Conferenza episcopale italiana.

La seconda giornata dell’Assemblea della Cei d è cominciata con una Messa celebrata da tutti i 250 vescovi presenti presso la tomba di S. Francesco, “in segno di suffragio e di invocazione della pace” e “in comunione con la Basilica di San Paolo fuori le Mura”, a Roma, dove poco dopo si sono celebrati i funerali delle 19 vittime di Nassiriya. I vescovi hanno poi cominciato i lavori, ha informato Betori, “in atteggiamento di profonda unione al dolore del popolo italiano”, e mossi dalla “volontà di far sì che la Chiesa possa contribuire in tutti i modi alla costruzione della pace”, soprattutto attraverso “l’opera educativa che gli è propria”, tesa a “far crescere le persone alla luce del Vangelo”.Sir