“Una riflessione attenta e preoccupata sulle vicende internazionali, a partire dalla situazione in Iraq, e al sempre più emergente e gravissimo problema del terrorismo” è venuta dai vescovi italiani, riuniti dal 19 al 23 maggio in Vaticano per la 51ª assemblea generale. È quanto si legge nel comunicato finale diffuso oggi dall’Ufficio stampa Cei. “I vescovi è scritto nella nota – oltre a ribadire con il Papa un più forte impegno educativo sulla pace, hanno invocato la ricostituzione di una vasta solidarietà internazionale, che sappia porre fine alle molteplici situazioni di guerra e ai conflitti che segnano tanta parte dell’umanità”. Durante i lavori dell’assemblea, “particolare richiamo è stato riservato agli svariati casi di violenza e di oppressione spesso trascurati dai mezzi di comunicazione e dall’opinione pubblica: tra questi sono stati ricordati la sorte dei cristiani nel Sudan; le violenze nella Repubblica Democratica del Congo, le disastrose condizioni di vita in Eritrea, il riarmo della Corea del Nord, la preoccupante situazione per la libertà a Cuba”. Nel comunicato si informa anche che “preoccupata e solidale attenzione è stata rivolta alla precaria condizione della Terra Santa, per la quale i vescovi auspicano un positivo esito del processo di pace, con riferimento ai contatti ripresi recentemente tra palestinesi e israeliani. I vescovi hanno avvalorato questi voti riaffermando l’impegno della Chiesa italiana per una concreta sollecitudine verso i cristiani di Terra Santa. Segno tangibile di tale sollecitudine è stato il pellegrinaggio che una delegazione di vescovi italiani, guidata dal segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori, ha compiuto nella settimana dopo Pasqua. Anche grazie a questo incontro diretto, la Chiesa italiana ha individuato possibili forme di cooperazione per incoraggiare e sostenere la permanenza dei cattolici in Terra Santa, sia favorendo la ripresa dei pellegrinaggi, sia avviando gemellaggi e assicurando interventi di sostegno su specifici settori”, tra cui “costruzione di case; circolazione in Italia di prodotti artigianali là realizzati; sostegno all’istruzione nelle scuole; azione assistenziale nei confronti delle famiglie, delle parrocchie, degli ospedali e delle case di accoglienza per specifiche situazioni di disagio”. A tale impegno, “sono chiamate le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le aggregazioni ecclesiali”.Sir