Nessuna contrapposizione fra questioni etiche e temi socialmente rilevanti, ma una lettura coerente della realtà a partire dal Vangelo, che non solo costituisce il criterio interpretativo di fondo per l’analisi degli eventi, ma è alla base di un approccio aperto alla speranza, inconciliabile con qualsivoglia visione fatalistica o pessimistica. Questa si legge nel comunicato finale della 58ma Assemblea generale della Cei, diffuso oggi (testo integrale su www.agensir.it, sezione documenti) la consapevolezza con cui i vescovi italiani hanno affrontato i nodi della questione sociale del Paese, ravvisando in essa i sintomi di una più profonda crisi culturale e spirituale. Una prospettiva, questa, che ha trovato conferma nelle parole del Santo Padre, secondo il quale il problema fondamentale dell’uomo di oggi resta il problema di Dio e nessun altro problema umano e sociale potrà essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita, per ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene. In materia di immigrazione, si legge ancora nel comunicato della Cei, non basta solo coniugare il dovere dell’accoglienza e il diritto alla sicurezza, ma occorre individuare nella crisi di identità che attraversa la nostra società la radice più o meno consapevole di tante paure. Per i vescovi, un contributo al bisogno di sicurezza, anche se non immediatamente diretto, viene dalle comunità cristiane presenti sul territorio, e distribuite a rete nelle situazioni urbane come in quelle dei centri medi, ma anche piccoli e piccolissimi. Al centro dell’assise episcopale, il rapporto fra i giovani e il Vangelo, al fine di delineare efficaci percorsi di evangelizzazione ed educazione, alla luce degli orientamenti pastorali per il decennio corrente. Oggi è la comunità adulta ad aver perso l’autorevolezza della figura paterna e materna, denunciano i vescovi, secondo i quali ancor prima di delineare una compiuta proposta educativa testo – bisogna ritrovare una linea di pensiero e di condotta che eviti gli eccessi del giovanilismo e, all’opposto, di uno smagato cinismo, grazie ad una sinergia tra le diverse agenzie educative.Sir