Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI: CARD.RUINI, ITALIA A RISCHIO

In Italia, c’è “il rischio di un declino del ‘sistema Paese'”, che va affrontato con “scelte innovative” e attraverso “una progettualità non episodica e il più possibile condivisa”. Il grido di allarme viene dal card. Camillo Ruini, presidente della Cei, che aprendo oggi i lavori della 50ª Assemblea generale dei vescovi italiani (in svolgimento a Collevalenza fino al 21 novembre), riferendosi alla “situazione complessiva del Paese”, l’ha definita “non facile”, a causa di “difficoltà, che riguardano certo l’economia ma che sono in larga parte il risultato di tendenze e di comportamenti, sociali, culturali e politici, ormai di lungo periodo”.

La legge finanziaria attualmente in discussione alla Camera, per Ruini, “è un po’ lo specchio di queste difficoltà”, da cui “prende corpo il rischio di un declino del cosiddetto ‘sistema Paese’, che certo non riguarda soltanto l’Italia ma che proprio per questo va affrontato con la più grande determinazione, mediante una progettualità non episodica e il più possibile condivisa, che faccia perno su scelte realmente innovative”.

“Ancor più preoccupante significato”, in questo contesto, assume la crisi della Fiat, “oggetto – ha assicurato il cardinale – della più grande attenzione da parte dei vescovi dei luoghi nei quali si trovano gli stabilimenti. La nostra prima sollecitudine va alla salvaguardia dell’occupazione, specialmente in Sicilia e in genere nel Mezzogiorno, dove è più difficile trovare alternative di lavoro. Ma sappiamo bene che risposte davvero efficaci e durature a questo angoscioso problema possono venire soltanto da progetti industriali adeguati e seriamente perseguiti, oltre che dall’impegno convergente del governo e delle forze sociali, specialmente per ridurre il più possibile i costi umani nel periodo acuto della crisi”.

“Fiducia, solidarietà e coesione interna”: queste, ha sottolineato Ruini, le tre parole-chiave utilizzate dal Papa nel suo recente discorso al Parlamento italiano, in cui centrale è stato l’appello in favore del “bene comune”, per evitare “il rischio dell’alleanza fra democrazia e relativismo etico”.Sir