Vita Chiesa

ASSEMBLEA CEI, CARD. BAGNASCO: PEDOFILIA, ANCHE UN SOLO CASO E’ SEMPRE TROPPO

La Chiesa italiana ha affrontato e affronta la questione della pedofilia attraverso l’”inderogabile compito di fare giustizia nella verità, consapevoli che anche un solo caso in questo ambito è sempre troppo, specie se il responsabile è un sacerdote”. Ad assicurarlo è stato il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che ha dedicato a questo tema quasi la metà della prolusione all’Assemblea dei vescovi (testo integrale). “In nessuna stagione”, le parole del cardinale, “la Chiesa ha inteso sottovalutare” il “dramma della pedofilia”, e l’episcopato italiano ha “prontamente recepito” le “direttive chiare e incalzanti che da tempo sono impartite dalla Santa Sede,” improntate alla “determinazione a fare verità fino ai necessari provvedimenti, una volta accertati i fatti”. In concreto, la Chiesa italiana ha intensificato “lo sforzo educativo nei riguardi dei candidati al sacerdozio e il rigore del discernimento servendosi anche delle migliori acquisizioni della scienze umane, la vigilanza per prevenire situazioni non compatibili con la scelta di Dio e la dedizione al prossimo, una formazione permanente del clero adeguata alle sfide”. Quanto ai casi accertati, l’intento è quello di “dare sempre seguito alle disposizioni della legge civile” arrivando fino alla “rapida dimissione dallo stato clericale”, per i casi più gravi. “L’opinione pubblica come le famiglie – è il messaggio centrale del card. Bagnasco – devono sapere che noi Chiesa faremo di tutto per meritare sempre, e sempre di più, la fiducia che generalmente ci viene accordata anche da genitori non credenti o non frequentanti. Non risparmieremo attenzione, verifiche, provvedimenti; non sorvoleremo su segnali o dubbi; non rinunceremo a interpretare, con ogni premura e ogni scrupolo necessari, la nostra funzione educativa”. “Sulla integrità dei nostri preti, del nostro personale religioso, dei nostri ambienti – ha spiegato il presidente della Cei – noi non possiamo transigere perché essa sta al cuore delle nostre scelte di dedizione al Signore e di servizio ai fratelli. E bisogna dire che i nostri sacerdoti, per come stanno in mezzo al popolo, per come operano, per come si spendono, sono la gloria della nostra Chiesa. I casi di indegnità che fin qui sono emersi e – Dio non voglia – potranno ancora emergere, non possono oscurare il luminoso impegno che il clero italiano nel suo complesso, da tempo immemore, svolge in ogni angolo del Paese”. Per la Chiesa italiana, l’esempio da seguire è quello del Papa, fin da cardinale “intransigente con ogni sporcizia” e che a Lisbona ha chiesto un “esame di coscienza” e un’opera di “purificazione” e di “conversione” per un peccato che viene “dall’interno della Chiesa”.Sir