I cattolici hanno una parola originale da portare nella città degli uomini. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che durante la conferenza stampa che ad Assisi ha concluso la 62ma Assemblea generale dei vescovi italiani ha sintetizzato in questi termini l’esito della recente Settimana sociale. Rispondendo ad una domanda di un giornalista sul ruolo del laicato cattolico, il cardiale ha definito quella di Reggio Calabria una bella e promettente testimonianza, che attraverso i 1.200 partecipanti di cui più di 300 giovani ha dimostrato che i cattolici hanno voglia di esserci nel tessuto della società civile, di amare il Paese come cristiani per portare quel messaggio specifico e peculiare che deriva dall’antropologia di cui Gesù è modello e maestro, a servizio di tutti. Di qui la necessità di laici preparati come cristiani, dotati di una formazione cristiana autentica e solida, di vita spirituale e di conoscenza della dottrina sociale della Chiesa, consapevoli delle dinamiche politiche, in modo che possano sempre di più essere lievito come sale nella pasta, e una piccola ma autentica luce con quella parola originale e specifica che il laico ha da dire. Quanto ai laici cattolici specificamente impegnati in campo educativo, devono essere testimoni e maestri, perché c’è una grande attesa di educazione, nel mondo giovanile. Interpellato sulla proposta di un tavolo di concertazione sul lavoro, avanzata nella prolusione, il card. Bagnasco ha precisato che non c’è nessun intendimento operativo che abbia come soggetto i vescovi, non è nostro compito. Fa parte del nostro dovere, e del desiderio di servire il Paese, richiamare i valori fondamentali che di volta in volta sono più urgenti, e fare anche qualche proposta di indirizzo e di orientamento, che non può essere nelle nostre mani, ma nelle mai di chi ha responsabilità sociale. A proposito dell’otto per mille, oggetto di dibattito in assemblea, il presidente della Cei ha ricordato: noi vescovi e sacerdoti viviamo di provvidenza. L’otto per mille è una forma di carità verso la Chiesa nel so insieme, ma anche verso i suoi ministri, che poi in gran parte rifluisce in altra carità. Di qui la necessità di educare meglio le nostre comunità al senso di corresponsabilità, di partecipazione, di solidarietà, che è compito, dimensione della Chiesa, perché non si perda quella sensibilità che sta a monte di ogni loro intento, sia per quanto riguarda l’otto per mille, sia per quanto riguarda le offerte liberali o le altre forme nelle nostre parrocchie. Dobbiamo continuamente educarci ad essere Chiesa, e a partecipare alla vita della Chiesa, sia ordinaria che straordinaria, ha concluso il presidente della Cei.Sir