Una sentenza alquanto surreale emessa dalla Corte di Strasburgo, a proposito della presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane, nei confronti della quale bene ha fatto il Governo ad annunciare ricorso: così l’ha definita il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nella prolusione pronunciata questa sera ad Assisi (testo integrale). Lungi infatti dal minacciare le responsabilità educative della famiglia e quelle laiche di ogni Stato moderno, il crocifisso nella molteplicità dei suoi significati può suggerire solo valori positivi di inclusione, di comprensione reciproca, in ultima istanza di amore vicendevole, ha poi affermato. Il sorprendente pronunciamento ha poi rilevato – deve fare riflettere su una certa ideologia che non rinuncia a fare capolino nelle circostanze più delicate della vita continentale, quella di un laicismo per cui la neutralità coinciderebbe con l’assenza di valori, mentre la religione sarebbe necessariamente di parte. Ma una simile posizione, oltre ad essere un’impostura, non è mai stata espressa dalla storia e neppure dalla volontà politica degli europei. C’è piuttosto l’obbligo di registrare qui il tentativo di rivalsa che esigue minoranze culturali, servendosi del volto apparentemente impersonale della burocrazia comunitaria, perseguono sulle libere determinazioni dei popoli.Sir