Arte & Mostre

ARTE: SCOPERTA BOTTEGA DI LEONARDO NEL CUORE DI FIRENZE

Leonardo Da Vinci usò come bottega alcuni ambienti che costituivano la foresteria laica del convento dell’ordine dei Servi di Maria attiguo alla basilica della Santissima Annunziata, nel cuore del centro storico. Lo hanno scoperto tre ricercatori dell’Istituto Geografico Militare che hanno individuato su alcune pareti, in luoghi privati fino ad ora inaccessibili, tracce architettoniche ed affreschi di scuola del maestro che hanno «impressionanti associazioni» con opere di Leonardo. L’annuncio è stato dato stamani da Alessandro Del Meglio, Roberto Manescalchi, Maria Carchio nel corso della conferenza stampa di presentazione della mostra ‘Leonardo, i giochi e lo sport’ allestita fino al 20 gennaio a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale della Toscana. Erano presenti il presidente del consiglio regionale Riccardo Nencini, il comandante dell’Igm generale Renato De Filippis e il professor Alessandro Vezzosi, direttore del Museo ideale Leonardo Da Vinci.

La presenza di Leonardo in queste sale, hanno spiegato i ricercatori, è testimoniata da Piero da Novellata in alcune lettere scritte ad Isabella D’Este e attestata dal Vasari nella vita del genio di Vinci. Quando Leonardo arrivò a Firenze era quasi cinquantenne e proveniva da Milano dove era ormai diventato una celebrità. Alloggiò dai frati dell’ordine dei Servi di Maria dove successivamente furono ospitati in quel periodo anche Andrea Del Sarto e Franciabigio. Queste nuove scoperte hanno lasciato piuttosto stupiti gli esperti tanto che il professor Vezzosi ha definito questa ricerca «assai interessante per i nuovi elementi che aiutano a comprendere il contesto in cui Leonardo ha lavorato in queste stanze proprio 500 anni fa».

I risultati delle ricerche saranno presentati agli studiosi nel corso di un convegno in programma lunedì 17 gennaio alle ore 17, sempre nella sede del Consiglio regionale. I tre ricercatori hanno spiegato che su una parete di uno degli ambienti del convento è raffigurato un tripudio di uccelli che sovrasta una «probabile vergine annunciata», ora perduta, e che costituisce una chiara citazione degli studi del maestro sul volo degli uccelli. Nella parte destra è ancora visibile la traccia di un angelo staccato che richiama in modo evidente l’Angelo dell’Annunciazione esposta agli Uffizi.

L’altro elemento di grande interesse, relativo alla presenza della bottega, è il ritrovamento di due grottesche (dipinti sul muro) in un locale al secondo piano identificato essere la traccia rimasta della cella/abitazione del «Maestro Valerio» citato dal Vasari. Le grottesche sarebbero attribuite a Morto da Feltre, l’artista vissuto a cavallo del ‘500 che, sempre secondo il Vasari, sarebbe stato richiamato in loco dalla presenza del maestro. L’analisi di questi spazi ha permesso anche di identificare, all’altezza del braccio che separa il primo dal secondo chiostro, un vecchio portale di ingresso al convento, poi chiuso quando sono state costruite le scuderie granducali. Accanto all’ingresso quattrocentesco è stata scoperta anche una scala dimenticata e praticamente integra attribuita dai ricercatori dell’Igm a Michelozzo, principale allievo del Brunelleschi, e datata attorno al 1430. (ANSA). Il nostro servizio