Cultura & Società
Arte, capolavori da Palazzo Pitti in mostra a Roma dopo il restauro
Prima di tornare a Firenze, saranno così le opere firmate da Tiziano, Bassano e dalla Bottega di Botticelli a raccontare gli interventi conservativi eseguiti nei laboratori del San Michele dai restauratori e dagli allievi delle Scuole di alta formazione di Roma e di Matera. «Si tratta di pezzi di estrema importanza su cui l’Istituto ha lavorato negli ultimi anni», spiega all’agenzia Dire Albertina Soavi, responsabile laboratorio Dipinti su tavola e docente Iscr. Tra i fiori all’occhiello dell’esposizione, in programma per l’inizio del prossimo anno, ci sarà anche la Madonna delle Rose, il dipinto di forma circolare della fine del XV secolo proveniente dalla Bottega del Botticelli, che gli allievi della Scuola Iscr hanno restaurato sotto la direzione di Soavi. Nel corso di due cantieri didattici che hanno coinvolto prima gli studenti di Matera e poi gli allievi di Roma, l’opera è stata pulita e poi restaurata.
«L’intervento di conservazione è stato molto complesso – racconta Soavi – In un primo momento abbiamo dovuto rimuovere la parchettatura alla fiorentina presente sul retro del dipinto, perché si era bloccata e aveva compromesso la conservazione dell’opera. Al suo posto, è stato fatto un telaio che è in grado di assecondare i movimenti delle assi di legno». Messa in sicurezza la struttura, il dipinto su tavola è stato pulito, ma anche in questo caso le difficoltà non sono mancate: «Dopo una prima sverniciatura relativamente semplice – ricorda la restauratrice – abbiamo dovuto affrontare la vera e propria pulitura che negli interventi precedenti non era mai stata affrontata».
Un’operazione delicatissima e irreversibile, spiega l’esperta, «l’unica in grado di rovinare un dipinto». Per questo, gli allievi hanno fatto un lavoro meticoloso, aiutati da lenti d’ingrandimento e microscopio. Ultimo step, le stuccature sulle lacune preesistenti, poi riempite con la tecnica a tratteggio, su cui l’Istituto fa scuola. Alle spalle del dipinto, su un grande tavolo da lavoro un’equipe formata da studenti e insegnanti ha lavorato al restauro della cornice dorata che conteneva il tondo. «La sua datazione è seicentesca – dice Soavi – e le fonti raccontano che è stata comprata in una bottega antiquariale probabilmente proprio per il Botticelli, perché le misure si prestavano a quest’opera che era senza cornice originale».
Lo strato di vernice alterata è stato rimosso, restituendo luminosità alla doratura, mentre il motivo a perle intagliate che adorna la cornice è stato stuccato e ricoperto di foglia d’oro portata ai valori cromatici dell’oro antico. Rientrato nuovamente nella sua cornice, prima di tornare nelle sale di Palazzo Pitti il dipinto potrà essere esposto al San Michele insieme agli altri capolavori restaurati dall’Istituto.