Italia

Arresto sindaco Riace: mons. Bregantini, «migranti una risorsa non un pericolo». Zappolini (Cnca), No a strumentalizzazioni

«Davanti al fatto degli arresti domiciliari del sindaco di Riace, Mimmo Lucano, esprimo la mia profonda amarezza e dolore. Per lui e per tutta la comunità del paese e della Calabria tutta, dove sono stato vescovo per ben 14 anni» della diocesi di Locri-Gerace. Così mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano esprime «una parola di vicinanza e di solidarietà, che possa essere di conforto all’amico Mimmo e di luce per tutti i fedeli della zona». Per il presule, «l’agire di questo sindaco, coraggioso e tenace, sia stato fecondo di bene e fortemente progettuale». In questo cammino, ricorda l’arcivescovo, «ha coinvolto progressivamente l’intero suo paese, Riace. Specie il centro storico, dove ha potuto così riattivare e riabitare tante case vuote, perché i proprietari erano emigrati altrove. Terra quindi di emigrazione, la Calabria. E perciò terra che meglio può esprimere un cuore vivo di empatia relazionale». Proprio su questa empatia relazionale «ha poi proseguito il suo cammino, sostenuto personalmente anche dalla nostra Chiesa di Locri-Gerace». Secondo Bregantini, Lucano «è stato un uomo lungimirante, un sindaco che ha capito che solo valorizzando gli immigrati si porterà beneficio ai nostri cittadini italiani. Non uno contro l’altro, ma solo insieme». E così «ha creato benessere per tutti».

Il presule, ora, confida nella magistratura «perché possa far luce su tutta questa dolorosa vicenda», in quanto «è in gioco il bene comune del paese». L’arcivescovo si rivolge, poi, alla politica chiedendo «di riflettere bene su questo ‘modello’, specie in questo momento di grandi battaglie, per evitare che in futuro il binomio tra sicurezza e migranti diventi negativo e di contrapposizione. I migranti, come si impara da Riace, sono una risorsa non un pericolo. Riattivano paesini che stanno morendo, come già constatiamo con tante trepidazione anche in Molise. Accoglierli con saggezza e con un buon piana di integrazione, specie insegnando loro la nostra bella lingua italiana, renderà più aperti i nostri cuori e le nostre città».

Anche il Cnca (Coordinamento nazionale comunità di accoglienza) esprime sconcerto e forte preoccupazione per l’arresto del sindaco di Riace. «Dinanzi alle accuse mosse dalla Procura di Locri al sindaco Mimmo Lucano, attendiamo le sentenze della magistratura», dichiara don Armando Zappolini, presidente Cnca. «Quello che possiamo dire oggi con certezza è che questa indagine coinvolge una delle esperienze più vitali e innovative di accoglienza di persone migranti che siano state attivate in Italia. Un’iniziativa capace di tenere insieme solidarietà, accoglienza e integrazione con la risposta ai bisogni di un territorio a grave rischio di spopolamento. Il Comune di Riace ha realizzato un vero progetto di accoglienza ‘diffusa’, un modello che punta sul coinvolgimento del tessuto locale, favorendo tante situazioni di accoglienza sul territorio invece di implementare mega centri di accoglienza, spesso responsabili di violazione dei diritti e distorsioni anche gravi».

«La nostra preoccupazione – prosegue il presidente del Cnca – è rafforzata dal fatto che l’arresto del sindaco di Riace avviene in un momento in cui l’accoglienza e la solidarietà verso le persone straniere sono svalutate e, addirittura, messe sotto accusa di fronte all’opinione pubblica da parte di forze politiche e istituzioni, a cominciare dal governo in carica. Le strumentalizzazioni politiche sull’arresto di Lucano rischiano perciò di gettare ulteriore fango su chi in questi anni ha provato a dare risposte in un quadro di sistema gravemente carente, e su un modello di accoglienza diffusa che, a nostro avviso, è quello più proficuo e opportuno sia per le persone straniere sia per la collettività».