Toscana

ARMI BIOLOGICHE, OSSERVATORE SANTA SEDE ALL’ONU: PREVENIRE L’IRREPARABILE

“Utilizzare la vita per distruggere la vita, utilizzare la scienza che dovrebbe lottare contro la malattia e la sofferenza per propagare la morte dovrebbe restare un tabù assoluto. Oltre al suo aspetto illusorio, l’idea stessa di utilizzare delle armi biologiche per vincere una guerra dovrebbe restare nell’ambito dell’impensabile”: lo ha detto monsignor Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite intervenendo alla VI Conferenza d’esame dei paesi membri della “Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, della produzione e dello stoccaggio delle armi batteriologiche (biologiche) e tossiche e sulla loro distruzione” (Bwc) in corso fino all’8 dicembre a Ginevra.

“Convinti che l’interdizione delle armi biologiche sia un elemento fondamentale nella costruzione della pace e della sicurezza di tutta la famiglia umana e dopo il fallimento della 5° Conferenza d’esame, gli Stati membri della Bwc sono davanti a una sfida le cui implicazioni sono così importanti per l’intera umanità che solo un successo è immaginabile” ha proseguito monsignor Tomasi nel suo intervento del 20 novembre scorso, pubblicato oggi sul sito Internet del Vaticano; “È urgente – ha detto inoltre – che siano adottate misure pratiche a livello nazionale, regionale e internazionale per prevenire l’irreparabile. Il bio-terrorismo può essere contrastato solo da una volontà e da un’azione comuni nei campi della sicurezza e della bio-sicurezza”.

Secondo l’Osservatore della Santa Sede, “l’universalizzazione della Convenzione deve essere una priorità” e nessuno Stato “deve restarne fuori qualunque sia il pretesto”. In questo senso, “scienziati, università, industriali, agenzie governative, agenzie internazionali devono sentirsi insieme responsabili dell’utilizzo della bio-tecnologia per la promozione della vita e dello sviluppo umano integrale di cui devono beneficiare tutti i paesi attraverso una ricerca e un’industria responsabili e naturalmente attraverso la cooperazione internazionale” ha aggiunto il rappresentante vaticano, auspicando che “codici di condotta siano elaborati, distribuiti e rispettati da tutte le persone implicate in questo settore”.Misna