Prato
Armando Zappa, «padre» per 60mila poveri
Festa grande in tutta la «famiglia» dell’Omg per una tappa così importante e significativa nel cammino di un uomo che ha scelto, all’età di 61 anni, dopo la morte della moglie, lui padre di una figlia adulta, di diventare prete missionario. La messa di ordinazione si è tenuta domenica scorsa, 3 dicembre, nella grande chiesa dei Salesiani a Lima, in Perù. Alla celebrazione c’erano tantissimi volontari dell’Operazione Mato Grosso giunti dalle varie missioni presenti in America Latina. Tra i sacerdoti, ha concelebrato padre Emanuele Lanfranchi, amministratore parrocchiale di Sofignano, a lungo missionario in Perù con l’Omg. In Italia, alla vigilia dell’ordinazione, gli amici pratesi e toscani di Armando si sono recati in pellegrinaggio al santuario di Boccario.
«A dispetto della sua età, 93 anni, ho trovato padre Ugo lucido e attivo, come sempre – dice Salvatore Scino, volontario fiorentino presente alla funzione – è ancora un sognatore che non smette mai di progettare e proporre nuove “avventure” per condurci a servire Dio attraverso i poveri». E proprio il neo sacerdote padre Armando viene chiamato a un importante quanto impegnativo incarico pastorale. Su invito di padre Ugo e su richiesta del suo Vescovo, il missionario sarà parroco di una comunità di 60mila persone che vivono in baracche nel deserto di Tangay, zona peruviana poverissima, abitata da uomini, donne e bambini emarginati dalla vicina città di Chimbote. Non c’è chiesa, né canonica, padre Armando dovrà costruire la parrocchia e avrà anche un «compito urbanistico» promuovendo la creazione di piccoli quartieri. Quell’agglomerato di case di lamiera è una favelas sorta come un fungo e per questo non ha fogne né acqua potabile. E, come è facile immaginare, mancano la scuola e opportunità di lavoro.
Il neo sacerdote dell’Omg potrà contare sulla sua grande esperienza a fianco degli ultimi, maturata insieme alla moglie Marta, con la quale è stato per venti anni missionario a Tomanga in Bolivia. Nell’ottobre 2013 è rimasto vedovo, ma pochi mesi dopo la scomparsa di Marta, portata via da un male incurabile, decise di ripartire per l’America Latina. Il suo posto era là, a disposizione di padre Ugo e dei poveri. Da Prato, la città dove ha conosciuto Marta, i gruppi dell’Operazione si impegnano attivamente per sostenere le sue attività missionarie. In una lunga lettera, scritta da padre Armando agli amici, in vista della sua ordinazione diaconale, il neo sacerdote anticipava quello che lo attenderà nel deserto di Tangay, «so bene che là le parole non serviranno a molto, anche perché molte volte le parole dividono invece di unire – si legge nel messaggio -, l’unica arma sarà la carità, il perdere, il voler bene».