Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Arezzo va in Belgio per promuovere la «pastorale europea».

La Caritas diocesana parteciperà al «Summer university», un percorso di studio e formazione organizzato da Caritas Europa e dalla commissione delle politiche sociali dell’Unione europea che si svolgerà dal 14 al 19 luglio nella città di Lovanio in Belgio. La settimana sarà tutta incentrata sulla costruzione di una «Chiesa più europea» che sappia collocarsi adeguatamente all’interno della nuova Europa. Viene riconosciuto così l’impegno profuso dalla Caritas di Arezzo-Cortona-Sansepolcro all’interno dell’Ufficio Europa di Caritas italiana, ed è proprio per questo che il formatore Giancarlo Imparati partirà alla volta dell’importante sede universitaria di Lovanio.Grazie a questa partecipazione, la Caritas diocesana intende avviare un percorso conoscitivo, formativo e progettuale sulle tematiche europee con lo scopo di creare collaborazioni transnazionali con le Caritas di tutta Europa. Un grande obiettivo quello raggiunto dagli operatori di Arezzo, ma che affonda le radici in un percorso molto più ampio.Tutto nasce dall’incarico che la Conferenza Episcopale Italiana ha affidato nelle mani della Caritas italiana chiedendole di occuparsi dello sviluppo della pastorale europea guardando con particolare attenzione all’importanza della cittadinanza in seno all’Unione. Un processo da costruire attraverso un lavoro di rete e l’impegno comune sulle tematiche della povertà, dell’immigrazione e dell’osservazione dell’andamento economico.Un percorso questo, che affonda le radici molto lontano e che Benedetto XVI ha più volte sottolineato nella sua importanza. Per esempio in occasione del congresso promosso dalla Commissione degli episcopati della Comunità europea nel marzo del 2007, aveva detto che «Nell’attuale momento storico e di fronte alle molte sfide che lo segnano, l’Unione Europea per essere valida garante dello stato di diritto ed efficace promotrice di valori universali, non può non riconoscere con chiarezza l’esistenza certa di una natura umana stabile e permanente, fonte di diritti comuni a tutti gli individui, compresi coloro stessi che li negano. In tale contesto, va salvaguardato il diritto all’obiezione di coscienza, ogniqualvolta i diritti umani fondamentali fossero violati».