Nell’ambito del progetto «Il Cammino del Sacro», riapre ufficialmente sabato 6 ottobre il Museo diocesano di Arezzo. Il Museo ha beneficiato durante la sua chiusura di un’attenta opera di restauro e di ammodernamento, svolta in collaborazione con Banca Etruria. Vengono così restituiti ai visitatori capolavori come le tele di Giorgio Vasari, le tavole di Bartolomeo della Gatta, gli affreschi di Spinello Aretino ed un’importante raccolta di arredi ed oreficeria sacra. La cerimonia di inaugurazione, aperta al pubblico, si tiene nei locali del museo in Piazzetta Dietro il Duomo n. 13, alle ore 17, alla presenza del vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, e del sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani. Nell’occasione, viene presentato ufficialmente anche «Il Cammino del Sacro», un percorso che si propone di valorizzare in modo permanente l’arte sacra di Arezzo e che ha proprio nel Museo diocesano il principale punto di riferimento.Il percorso ha un aspetto turistico e culturale di notevole rilevanza; l’itinerario copre infatti praticamente tutta la città di Arezzo, ed è percorribile con un solo biglietto ed una audioguida di 120 minuti con ricche informazioni per ogni singola tappa artistica. Durante l’itinerario è possibile ammirare le opere di grandissimi artisti quali Piero della Francesca, Cimabue, Vasari e molti altri. Dopo la visita al Museo, il «Cammino» ha inizio dal vertice della città e si dirama nel centro storico con la visita ad otto chiese monumentali, fino a raggiungere la «città bassa». La prima tappa è quella alla Cattedrale dei Santi Pietro e Donato (il Duomo), imponente edificio gotico-romanico iniziato sul finire del Duecento e terminato agli inizi del Cinquecento. Come noto, nel Duomo sono conservati capolavori quali l’affresco Santa Maria Maddalena di Piero della Francesca e le vetrate del Marcillat. Lasciando il Duomo si giunge alla Basilica di San Domenico, la cui costruzione fu avviata nel 1275 ed ultimata alla fine del XIV secolo. Qui è custodita la Croce dipinta da Cimabue alla fine degli anni Sessanta del Duecento. L’itinerario prosegue alla volta della Chiesa di Santa Maria in Gradi, nelle cui vicinanze si affaccia la Casa Museo di Giorgio Vasari. La costruzione della chiesa è datata 1591-1611, mentre il primo impianto risale all’epoca medievale. Dell’edificio romanico è rimasta la cripta, chiamata anche Tomba o Cappella del Crocifisso. Lasciando l’omonima piazza di santa Maria in Gradi ci imbattiamo nella Chiesa della SS. Annunziata in cui si possono ammirare i dipinti del Vasari La Deposizione (1535) e l’affresco L’Annunciazione di Spinello Aretino (1370).A metà viaggio tra i ricchi tesori del patrimonio aretino troviamo la Badia della SS. Flora e Lucilla. La Badia ha conosciuto varie fasi, cominciando da quella gotica a fine Duecento, per poi subire una totale trasformazione architettonica su progetto del Vasari a partire dal 1565, sino al termine dei lavori nel 1650. Oltre ad ospitare l’Altare del Vasari vi possiamo trovare un capolavoro di artificio barocco, la finta cupola dipinta su tela da Andrea Pozzo nel 1702.