Vita Chiesa

Arezzo, l’omaggio della Diocesi al patrono San Donato

Il vescovo martire sarà al centro di due giorni di celebrazioni che si apriranno il 6 agosto con i primi vespri pontificali in Cattedrale alle 18 (trasmessi in diretta su TSD (canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live) e si concluderà il 7 agosto con la messa stazionale in Cattedrale con l’ordinazione di don Daniele Leoni alle 18 (in diretta su TSD (canale 85 e in streaming all’indirizzo www.tsdtv.it/live).

«San Donato – spiega l’arcivescovo Riccardo Fontana – appartiene a tutti, è il patrimonio comune di Arezzo, fa parte dell’identità aretina. Anche il gemellaggio di fatto siglato con la città brasiliana di Içara, sigillato pochi giorni fa con la donazione di una reliquia del nostro Patrono, ci ha ricordato ancora una volta quanto sia amato san Donato dai nostri concittadini all’estero e quanto sia viva nel loro cuore la devozione a san Donato».

«Siamo molto contenti per l’ordinazione presbiterale che ci sarà il 7 agosto – prosegue mons. Fontana -. Don Daniele Leoni è un aretino doc nato in parrocchia del Duomo, di origine casentinese e ha già la sua destinazione. Si occuperà di guidare le comunità parrocchiali di San Domenico e Santa Maria in Gradi e di attivare un grande oratorio per tutta la città».

L’ordinazione presbiterale si svolgerà nel corso della Messa stazionale di venerdì 7 agosto in programma alle 18, in Cattedrale, momento culmine delle celebrazioni. Alla Messa prenderanno parte anche rappresentanti della Chiesa Ortodossa Romena in Arezzo e delle Chiese ortodosse ospiti di Rondine Cittadella della pace per approfondire i propri studi di teologia. In particolare prenderanno parte alla solenne celebrazione padre Roman Modin del patriarcato di Mosca-Russia, padre Anania Tsturyn della Chiesa apostolica armena, padre Nomis Pathiyil Kuriakose della Chiesa sira ortodossa del Malankar, padre Mathew Shaun della Chiesa sira ortodossa del Malankar, padre Viorel Matei della Chiesa Ortodossa Romena di Santa Maria alla Badiola a San Giovanni Valdarno, padre Octavian Tumuta della Chiesa ortodossa romena di San Giovanni Battista in San Bartolomeo ad Arezzo, Ilias Andripoulos della Chiesa ortodossa di Grecia, Michael Joseph Mercado patriarca ecumenico degli Stati Uniti, Roman Melnyk del patriarcato di Mosca-Ucraina, Vitalii Horzov del patriarcato di Mosca-Ucraina, Vid Erceg del Patriarcato di Serbia.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione delle celebrazioni, avvenuta questa mattina nel Palazzo vescovile, l’Arcivescovo Riccardo ha voluto sottolineare come quest’anno la festa del Santo patrono si svolga in un clima molto positivo e di rilancio di tante attività, da quelle dedicate ai giovani, con l’Azione cattolica fortemente rinnovata, agli Uffici pastorali diocesani.

«Mi pare ci siano ottime premesse – ha spiegato il Presule – tocca poi a ciascuno agire con la propria identità. Andare d’accordo con gli altri non significa infatti avere le stesse idee, anzi sarebbe noioso, dobbiamo imparare a cogliere il buono che c’è nell’altro che abbiamo davanti e se riusciamo a mettere insieme un mosaico di tanti pezzettini viene fuori un disegno splendido».

 Nel corso della conferenza stampa l’Arcivescovo ha voluto soffermarsi anche sul tema dei profughi e richiedenti asilo: «Questa problematica – ha spiegato – va risolta con intelligenza e senza pregiudizi, ma anche con la doverosa prudenza. Gli aretini, come tanti altri, non vogliono confusione. Però è evidente come noi siamo una città aperta per definizione, da secoli abbiamo accolto, i nostri stessi cognomi ci dicono che la gente viene da varie parti, purché ci si integri bene, ci sia inclusione sociale, si creino gli spazi giusti perché ciascuno faccia il suo».

Tra le novità di quest’anno ci sarà anche la prima edizione di un importante Festival organistico in onore di san Donato i prossimi 13, 20 e 21 agosto. «Un gruppo di specialisti – ha aggiunto mons. Fontana – ridarà voce all’organo cosiddetto vasariano presente in Cattedrale, ma costruito due secoli prima di Giorgio Vasari: un organo di una qualità eccelsa. È giusto ridare voce a quello strumento e far godere nella grande armonia fatta di tanti suoni diversi, è giusto che ci sia anche la nostra musica antica che risuona ancora sotto le volte del Duomo».