Lunedì 22 gennaio nella chiesa di San Michele, nel centro storico della città, si è svolta la veglia di preghiera per l’unità dei cristiana che ha rappresentato in diocesi l’evento principale della settimana dedicata alla piena comunione dei cristiani.La preghiera è stata introdotta da Luigi Spallacci, responsabile dell’ufficio diocesano per l’ecumenismo, che ha presentato l’incontro dicendo che è importante chiedere assieme perdono a Dio per le nostre mancanze di unità e assumerci l’impegno di amare il prossimo dando voce a chi non ha voce .La presenza del Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, e di padre Octavian Tomuta, il sacerdote che guida la comunità rumena di confessione cristiana presente ad Arezzo, è stato il segno di questa comune volontà di camminare insieme. Il delegato ha concluso dicendo che c’è un ecumenismo spirituale, ma anche un ecumenismo sociale che ci fa assumere l’impegno di dare concretezza alla Parola di Dio.E’ iniziata poi la celebrazione della Parola animata dai giovani del gruppo di Taizé e dalla comunità rumena. Dopo la proclamazione del Vangelo monsignor Bassetti ha commentato il brano del Vangelo di Matteo in cui si spiega che Cristo che un giorno ci giudicherà è colui che è stato rifiutato, perseguitato, privato di ogni potere, colui che ha percorso la strada dell’umiliazione, del disprezzo, del tradimento e messo a morte dal suo popolo. «Gesù ha scelto la strada dello svuotamento di sé – ha affermato il Vescovo – la via dell’abbandono e della croce e quella croce sarà il suo trono e diventa il giudizio sul mondo. E colui che è stato respinto e condannato dai giudici diventa giudice egli stesso. Alla fine dei tempi la separazione definitiva degli uomini non avverrà in base ai meriti o ai privilegi, ma sull’amore. Non basta conoscere Cristo, ma bisogna saperlo conoscere nei suoi travestimenti. A volte crediamo che Cristo sia assente nella nostra vita, invece è presente: ‘avevo fame e m’avete dato da mangiare, avevo sete e m’avete dato da bere’». «Il vero pericolo per un cristiano – ha dichiarato monsignor Bassetti – è quello di non riconoscerlo perché ha dei volti troppo noti. Rischiamo di non avvertire la sua presenza reale nei fratelli, nei poveri».Dopo la preghiera di intercessione padre Octavian ha proclamato il brano del vangelo di Marco in cui Cristo fa sentire i sordi e fa parlare i muti. Significativi i due gesti finali: l’unzione con la mirra, segno di guarigione spirituale e la sottoscrizione di un albo ecumenico. Durante questo gesto è stata distribuita la Charta Oecumenica edita a cura della commissione regionale per l’ecumenismo.L’incontro è stato davvero l’inizio di un fecondo lavoro di conoscenza reciproca tra le diverse confessioni cristiane, di collaborazione religiosa e sociale per rendere concreta l’accoglienza e l’integrazione dei cittadini immigrati che vivono nel nostro territorio. E’ lo spirito che anima il rinnovato ufficio diocesano che invita le comunità parrocchiali a collaborare in moro proficuo per la piena comunione dei cristiani. La sede dell’ufficio aprirà a breve in via Ricasoli, 3 ad Arezzo.Lucia Zamboni