Vita Chiesa

Arezzo, la lettera dell’arcivescovo Fontana ai sacerdoti per il Giovedì Santo

“Ho appreso con gioia e stima – scrive Fontana – le iniziative con cui, coi social o con il telefono, molti di voi hanno cercato di colmare le distanze con i parrocchiani. Tutti abbiamo continuato a far suonare le campane, come per dire al popolo che Dio non abbandona e che la Chiesa seguita ad essere accanto ad ogni campanile, per offrire a tutti il Vangelo. Passata l’emergenza, so anche che ci rimetteremo in cammino per portare la Benedizione Pasquale ad ogni famiglia del gregge, come sempre si è fatto, anche nei tempi di guerra”.

Anche ad Arezzo, come in tutta Italia, nel Giovedì Santo non ci sarà la Messa crismale in cattedrale, rimandata ad altra data: “Nel giorno dell’istituzione del sacerdozio – scrive Fontana – quest’anno, purtroppo siamo stati privati della possibilità di trovarci insieme in Cattedrale, a pregare tutti per questa bella Chiesa in Terra d’Arezzo, di cui siamo figli e imprescindibile sostegno”.

“Questo tempo di privazione – aggiunge l’arcivescovo – conduce a un bivio tra la rassegnazione del consueto e la ripresa di un nuovo stile di relazioni tra preti, segnato da affetto fraterno. Potremmo percepirci quasi come una grande famiglia di molti fratelli, come quelle di un tempo nelle nostre valli. Certamente siamo la compagnia degli apostoli, nella Chiesa per cui San Donato ha dato la vita, nel suo martirio”.

Nella lettera anche un invito ai preti a farsi vicini alla popolazione: “Vorremmo in questa Pasqua far sentire a tutte le persone dei nostri paesi e delle nostre città che vogliamo loro bene, che ci siamo fatti preti per loro, per servirli”. Infine, alcune riflessioni su come dovremo ripartire dopo la pandemia, dal punto di vista sociale, economico, e anche nella vita della Chiesa.