Arezzo - Cortona - Sansepolcro
Arezzo, inaugurata la mostra “L’eredità monastica: lavoro e innovazione”
Visitabile fino al 9 febbraio 2025 nel Salone di San Donato, è promossa da diocesi e Idsc
È stata inaugurata ad Arezzo la mostra intitolata “Il gusto del quotidiano. L’eredità monastica: lavoro e innovazione” che sarà visitabile gratuitamente fino al 9 febbraio nei locali del Loggiato di San Donato, lo spazio espositivo che collega il Palazzo vescovile di Arezzo con la Cattedrale. La mostra itinerante, composta da pannelli e video, era stata presentata per la prima volta al Meeting di Rimini del 2023. Promossa da Cdo Agroalimentare, è stata portata in città dalla diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro e dall’Istituto diocesano di sostentamento del clero, guidato dal presidente Mauro Conticini. Gode del patrocinio della comunità monastica di Camaldoli e il curatore della mostra è Michelangelo Menna .
L’esposizione è un viaggio che rilegge la crisi odierna a partire da un’altra grande crisi, quella conseguente alla caduta dell’Impero Romano, ruota attorno a una domanda: è possibile vivere il lavoro all’altezza dei propri desideri? Da cosa può ripartire la creatività e la positività dell’uomo nell’affrontare la realtà in un contesto di incertezza generalizzata?
Parte da qui il percorso espositivo che da san Benedetto arriva ai giorni nostri, un viaggio nella bellezza del lavoro e della vita. I monasteri benedettini sono stati infatti nei secoli architrave dell’Europa e fonte di innovazione, fondando una tradizione millenaria di equilibrio tra umanità, natura e fede. Una tradizione dove il lavoro è inteso come un’espressione di sé, ricerca di felicità e manifesta l’importanza di una tensione ideale dietro ogni attività. Cooperazione e armonia sono alla base del progresso e l’innovazione risulta radicata nella tradizione attraverso una relazione profonda con il territorio e l’ambiente. Crescono in questo humus storie di grande visione imprenditoriale, dalla sartoria alle confetture, passando per il Grana Padano, nato oltre mille anni fa dalla saggezza dei monaci per conservare il latte nei momenti di abbondanza. Provengono da qui grandi innovazioni in ambito sociale e politico, in quanto i monasteri benedettini fungevano da centri amministrativi e di controllo del territorio durante l’Impero Carolingio. I monasteri benedettini inoltre, elaborarono un modello di vita comunitaria basato sulla Regola di San Benedetto, che bilanciava preghiera e lavoro manuale. Questo approccio è sintetizzato nel motto “ora et labora”, che unisce la dimensione spirituale a quella materiale in un equilibrio che caratterizza la vita monastica ed è applicabile ancora oggi nella vita quotidiana contemporanea anche dei laici.
Da qui l’invito a riscopri il gusto del quotidiano nel lavoro e nella vita di ciascuno celebrando il valore di ogni giorno. Ancora oggi è possibile bilanciare lavoro e vita spirituale, coltivare una tensione ideale dietro ogni attività, cercare la propria vocazione per realizzarsi pienamente, promuovere la cooperazione e l’armonia nelle comunità e nei luoghi di lavoro, rispettare e valorizzare il territorio e l’ambiente.
Esiste inoltre una forte analogia tra i monasteri, che gestivano vasti patrimoni fondiari con criteri di corretta gestione economica e gli odierni Istituti diocesani di sostentamento del clero (Idsc), che hanno lo scopo di gestire il patrimonio ecclesiastico per sostenere la Chiesa nella sua globalità. Questo vale sia nella ricerca dell’autosufficienza economica, nel fecondo rapporto con il territorio e con le comunità locali, che nell’equilibrio tra innovazione e tradizione.
La mostra è visitabile il 20/21/22 dicembre dalle 10 alle 13.30 e dalle 14 alle 17. Dal 30 dicembre al 6 gennaio dalle 10 alle 13.30 e dalle 14 alle 18. Dal 7 gennaio al 9 febbraio dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13.30 e dalle 14 alle 17. Ingresso libero.